Commissione Bertagna: come cambia l’offerta formativa

La nuova scuola in 33 mila parole: dopo quattro mesi in cui le indiscrezioni e le anticipazioni giornalistiche sono state l’unica fonte di informazione, la commissione Bertagna ha finalmente presentato la proposta di base per l’avvio del dibattito sulla riforma del sistema di istruzione e di formazione. Un tempo giudicato da molti troppo lungo, perchè gli operatori scolastici e l’opinione pubblica avrebbero voluto seguire in tempo reale quel laboratorio di idee così decisivo per il futuro della scuola italiana. “TuttoscuolaNEWS” aveva invitato da tempo (vedi “TuttoscuolaNEWS” n.15 del 4 ottobre) la commissione ad inviare segnali che potessero aprire il dibattito a tutti, addetti ai lavori, studenti, ma anche genitori: ci sembra di poter dire che, a meno di un mese dalla convocazione degli Stati generali, siamo stati ascoltati.
Ma sarebbe sbagliato ritenere questo ritardo un segno di chiusura della commissione: infatti, mentre fuori dalle stanze ministeriali l’opinione pubblica attendeva, la commissione ascoltava, verificava, consultava a 360 gradi il mondo della scuola. Un metodo diverso e innovativo rispetto alle maxi commissioni dei ministri Berlinguer e De Mauro, che ha consentito di avvalersi delle indicazioni di un ampio quadro culturale e associativo dell’universo dei docenti, dei dirigenti, degli studenti e delle famiglie: 112 rappresentanti e sessanta consigli di classe e di istituto consultati, 8 mila persone contattate dall’Istat e, infine, 110 tra associazioni, sindacati, enti di ricerca, riviste del mondo culturale e scolastico invitati a formulare pareri su uno schema di documento: per la democrazia, comunque, non è poco.
Le questioni educative che il documento sollecita e affronta meritano un’analisi approfondita, che svilupperemo ancora nei prossimi numeri della newsletter e sulla rivista “Tuttoscuola” a partire dal numero di gennaio. Un primo aspetto appare evidente e degno di aprire la discussione: la nuova scuola italiana disegnata dalla proposta Bertagna cambia il rapporto scuola-famiglia in modo sostanziale, in quanto l’offerta formativa delle ore obbligatorie settimanali diminuisce sensibilmente per tutti gli ordini, fino al 34 per cento di ore in meno per le scuole superiori. Un dato significativo, anche per il numero sempre crescente di famiglie che hanno un figlio alle elementari e che hanno scelto il tempo pieno (il 21 per cento circa) e che vedrebbero ridursi questa possibilità.
Prima di passare in rassegna dati e tabelle, è opportuno ribadire che quella diffusa dal Ministero non è la riforma, ma un’ipotesi di riforma messa a punto dal gruppo di lavoro ristretto insediato dalla Moratti, che dovrà essere vagliata dal ministro dell’istruzione e dal Parlamento (con il consenso delle Regioni specie per la parte relativa alla formazione professionale).