Come è calata l’incidenza sul PIL per l’istruzione dal 1990 al 2005

Nel 1990 le spese per le funzioni delle Amministrazioni pubbliche avevano un’incidenza sul PIL (Prodotto Interno Lordo) del 53,3%.

Dopo una tendenza alla crescita nei primi anni ’90, l’incidenza della spesa pubblica sul PIL è andata lentamente calando toccando il minimo storico nel 2000 con una incidenza del 46,2% e risalendo lentamente fino a raggiungere il 48,5% nel 2005.

Lo rileva in un apposito rapporto l’Istat.

Nei sedici anni l’incidenza è dunque diminuita di quasi 5 punti. E gli investimenti per l’istruzione quanto hanno inciso sul PIL?

Nel 1990 l’incidenza della spesa per l’istruzione sul PIL è stata del 5,5%, un livello mai più eguagliato da sedici anni a questa parte.

L’incidenza è andata costantemente calando, passando sotto il 5% nel 1995 e scendendo fino al limite di incidenza minima nel 2004 (4,5%) per attestarsi nel 2005 al 4,7%.

In posizioni di incidenza stabile (0,8%) sono rimaste le spese pubbliche per le attività ricreative e culturali, mentre hanno avuto un incremento di incidenza sul PIL le spese per la protezione sociale (da 16,1% del 1990 a 18,1% del 2005) e quelle della sanità (da 6,2% a 6,8%).

C’è da dire che dell’intera spesa pubblica quella per l’istruzione rappresentava nel 1990 il 10,3%; sedici anni fa rappresentava invece solo il 9,7%.

Per il nostro Paese la spesa per l’istruzione non è evidentemente considerata un investimento proficuo.