Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Classe islamica sì o no?/2. Le alternative in campo

Il confronto di idee sulla classe islamica dell’Agnesi di Milano ha messo in luce soprattutto due posizioni: quella intransigente di Magris, attestata a difesa del principio della “laicité” di scuola francese, e quella pragmatica di Eco, più vicina al gradualismo miglioristico di sapore anglosassone. Ma le alternative in campo sono più numerose. Almeno quattro, se non cinque: 1) L’inserimento degli allievi islamici, e di altre fedi, nelle classi normali, evitando che raggiungano la maggioranza (è quanto prevede l’attuale legge sull’immigrazione). 2) La formazione di classi omogenee, sotto il profilo della fede professata, all’interno di scuole italiane (soluzione “Agnesi”-CISEM). 3) L’iscrizione di questi allievi a scuole private gestite dalla comunità islamica, che li preparino a sostenere gli esami di Stato presso scuole statali o paritarie. 4) L’istruzione “paterna”, a cura delle famiglie, eventualmente integrata da corsi modulari, con curricoli personalizzati, organizzati dalle scuole statali o paritarie. La quinta soluzione, deprecabile e antieducativa, ma purtroppo non sconosciuta in altri Paesi europei a forte immigrazione (e forse anche da noi, ma mancano i dati) è quella dell’evasione, del lavoro nero, dell’emarginazione e della piccola, e meno piccola, criminalità. Speriamo che il confronto di idee e proposte avviatosi in Italia possa proseguire fino a soddisfare entrambe le esigenze delle quali Claudio Magris e Umberto Eco si sono fatti interpreti: il pluralismo “nelle” istituzioni da una parte, e la “ragionevole negoziazione” delle condizioni di ingresso delle minoranze etnico-religiose nella scuola italiana di tutti, dall’altra.

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