Cisl: senza investimenti nella scuola, niente crescita

Se non riparte la crescita, la scuola rischia di subire altri tagli. Ma se sulla scuola non si torna a investire, la crescita non ripartirà“. Così l’economista Giacomo Vaciago presenta la contraddizione che vive oggi la scuola italiana intervenendo al congresso nazionale della Cisl scuola a Firenze nel corso di una tavola rotonda dedicata specificamente al tema dei costi della scuola.

Dal rapporto di ricerca elaborato da Angelo Paletta, dell’università di Bologna, risulta “evidente in Italia il calo del volume di investimenti. Ma non basta invertire la tendenza: la spesa deve essere selettiva, mirata, rivolta in modo non generico ad aggredire le criticità che occorre puntualmente localizzare”.

Al congresso è intervenuto anche l’ex ministro Beppe Fioroni, che ha insistito sulla necessità prioritaria di una “forte valorizzazione del lavoro per accrescere la qualità della scuola, anche introducendo qualche elemento in più di riconoscimento del merito” e attraverso nuove modalità di reclutamento.

Il sottosegretario Pier Paolo Baretta, già sindacalista della Cisl, ha sottolineato che “sulle scelte di spesa che riguardano l’istruzione, non si può decidere nel chiuso delle stanze ministeriali, ma bisogna impostare un metodo di lavoro che veda come interlocutori 3 parti: l’Europa, i Comuni e le parti sociali. Sono essi a dover concertare la scelta delle priorità di investimento“.

Funzionale a un ottimale utilizzo delle risorse investite è anche l’azione valutativa, di cui ha trattato Paolo Sestito nella sua duplice veste di ricercatore del centro studi della Banca d’Italia e commissario Invalsi.