CISL Scuola, per un nuovo inizio

Al sindacato, come ad altri settori della vita sociale, serve aria di rinnovamento e il cambio dei vertici potrebbe essere una buona occasione. Archiviato l’avvicendamento tra Massimo Di Menna e Pino Turi al vertice della UIL Scuola, sembra prossimo anche quello per la CISL SCUOLA. Tra qualche mese dopo molti anni trascorsi ai piani alti del sindacato cattolico, prima del SINASCEL Cisl, poi della CISL Scuola, nata dalla fusione delle due sigle cisline rappresentative della scuola primaria e della secondaria, Francesco Scrima, attivo protagonista delle vicende sindacali della scuola per oltre un decennio, potrebbe cedere il posto di “comando”. La successione che sembra prospettarsi sarebbe interna all’attuale segreteria nazionale, per garantire continuità d’azione con la precedente.

Questa prospettiva  appare ancorata ad  una visione che richiama un modello di selezione della classe dirigente fondato sulla cooptazione, che rischia di indebolire la capacità di elaborare una visione strategica di promozione di un nuovo sindacato. La creazione di correnti, spesso legata alla personalizzazione della vita associativa, è quasi sempre all’ordine del giorno, con ricadute negative sulla capacità di porsi come rappresentante di valori ed interessi generali. La divisione indebolisce il sindacato.

Il lavoro di rappresentanza per tutte le forme associative, seppure in misura diversa, è diventato sempre più complicato. Non sono escluse le organizzazioni del settore scuola, che più di altre hanno un termometro costante nelle relazioni con gli iscritti di cui percepiscono i malumori e le attese. Un esempio concreto è rappresentato dall’avvio dell’implementazione della riforma la “Buona Scuola” accompagnata da proteste, assemblee, ricorsi più o meno come accade per tutte le riforme. I risultati non a caso sono deludenti.  

Di fronte alle accelerazioni impresse dai nuovi scenari della internazionalizzazione, globalizzazione, migrazione, le organizzazioni rappresentative faticano a modificare i propri assetti, a superare strutture organizzative rigide, a promuovere i cambiamenti mentre quel che serve oggi, se non vogliono veder “dimagrire” il proprio ruolo, è il coraggio di una rinascita ambiziosa che può venire solo da un’esplicita richiesta di rinnovo generalizzato delle “tessere” per un nuovo inizio.