Cinque in condotta a chi occupa. In tanti sono d’accordo

Non ha la scientificità delle rilevazioni ufficiali, ma l’indagine Sky TG24 che nei giorni scorsi ha raccolto i pareri degli italiani sul cinque in condotta per gli studenti che occupano le scuole, riveste un indubbio interesse che va oltre il dato in sé.

Sette telespettatori su dieci (esattamente il 68% di chi ha risposto) si sono detti d’accordo sulla possibile attribuzione del cinque in condotta agli studenti che occupano i loro istituti.

Dieci o quindici anni fa, probabilmente, la risposta degli italiani sarebbe stata meno netta, più tollerante nei confronti degli studenti che occupavano.

L’occupazione come valore politico e sociale aveva perso smalto e credibilità con il ministro Berlinguer che nel 1998 aveva inventato quello statuto degli studenti che, riconoscendo i diritti alla partecipazione studentesca, aveva imbrigliato la protesta, canalizzandola verso forme condivise di manifestazione delle divergenze politiche e culturali, all’interno di un sistema di regole.

Dieci anni dopo, un altro ministro del centro sinistra, Giuseppe Fioroni, aveva arricchito quello statuto, accogliendo anche suggerimenti e proposte delle associazioni degli studenti.

La ragione dell’occupazione ha perso così in gran parte negli ultimi anni anche la giustificazione minima (quando l’ha avuta), soprattutto se accompagnata, come capitava quasi sempre (e capita ancora), da danneggiamenti e atti vandalici su strutture scolastiche e arredi.

L’occupazione è reato – hanno dichiarato i dirigenti scolastici romani che nei giorni scorsi hanno preso posizione contro le solite occupazioni d’autunno – e costituisce anche interruzione di pubblico servizio“. I telespettatori di Sky sono d’accordo.