Chiusura di classi ovunque, ma non nel Nord Est

Per effetto della manovra finanziaria tutti i settori scolastici hanno visto ridotto il numero delle classi (e, di conseguenza, anche l’organico dei docenti).

Secondo i dati forniti dal Miur ai sindacati di categoria, soltanto la scuola dell’infanzia ha avuto un aumento complessivo, piuttosto modesto, nel numero di sezioni (93 in tutto), ma, anche per effetto del difforme andamento del numero di iscritti, al Centro e soprattutto al Nord sono state istituite nuove sezioni (186 in tutto), mentre al Sud e nelle Isole ne sono state chiuse 93.   

Nella scuola primaria quasi tutte le regioni hanno dovuto registrare un calo del numero di classi funzionanti per un totale complessivo di 1.556 unità, con l’eccezione dell’Emilia Romagna (128 classi in più), Toscana (+21) e Lombardia (+15). Al Sud e nelle Isole la chiusura di classi ha superato le 1.200 unità.

Molto più contenuta la diminuzione disposta per il numero di classi di scuola secondaria di I grado (-133 unità), ma mentre al Sud e nelle Isole la riduzione è stata quasi di 400 classi, al Nord vi è stato invece un aumento di quasi 360 unità.

Il settore della secondaria superiore, anche per effetto dell’avvio della riforma, è quello che ha fatto registrare il maggior calo del numero di classi: 1.722. Mentre al Sud e nelle Isole la chiusura di classi ha superato le 1.060 unità e al Centro è stata di poco superiore alle 400 unità, al Nord è stata più contenuta nel Nord Ovest (308 unità), e addirittura inesistente nel Nord Est dove sono state invece aperte 50 nuove classi.

Se si fa un bilancio complessivo per tutti i settori scolastici relativamente a quanto abbia inciso l’operazione chiusura delle classi, si può rilevare che, dall’infanzia alle superiori, soltanto il Nord Est è in attivo con 234 classi in più, mentre, il Nord Ovest ne ha visto chiudere 151, il Centro 550, le Isole 982 e il Sud, addirittura, 1.869, cioè quasi la metà delle chiusure complessive.