Cesare Scurati: la scomparsa di un Maestro

La notizia della repentina scomparsa del pedagogista  Cesare Scurati, avvenuta la scorsa settimana a  Milano (sua città natale) a causa di un infarto, ha colpito profondamente il mondo della scuola, al quale era tuttora legato da una intensa attività pubblicistica e di ricerca.

Un mondo dal quale egli stesso proveniva (era stato maestro e poi direttore didattico prima di approdare all’università) e che non ha mai dimenticato nella sua attività accademica, costantemente orientata alla ricerca di concrete soluzioni da dare ai problemi di fronte ai quali si trovavano gli operatori scolastici.

Nelle università dove ha insegnato (Genova e Parma, prima di approdare all’Università Cattolica di Milano), nei molteplici incarichi ricoperti (ha fatto parte delle commissioni ministeriali che hanno riformato i Programmi della scuola elementare, 1985, e gli Orientamenti della scuola materna, 1991), e anche nei suoi molti libri e articoli, Scurati ha sempre dato prova di questa sua concretezza, che si traduceva nella capacità di definire i problemi, analizzarli con cartesiana chiarezza, proporre ipotesi di soluzione, discuterle e confrontarle senza pregiudizi, formulare piani di azione – e anzi di ricerca-azione, della quale è stato uno dei più attivi interpreti in Italia – e infine valutare i risultati punto per punto. Per poi ripartire da una base più avanzata, anche alla luce di modelli ed esperienze internazionali, alle quali è sempre stato particolarmente interessato.

Per questa sua attenzione agli aspetti concreti, operativi del ‘fare scuola’, mostrata anche in qualità di presidente dell’IRRSAE Lombardia (1990-1997) e di presidente della SIPED – Società Italiana di Pedagogia (1997-2000), Scurati era da tutti considerato come un autentico Maestro, una persona capace di orientare, ispirare, stimolare. Insomma, di insegnare nel significato più pieno della parola.