Centennials Vs Millennials, Ascani: ‘La scuola deve prima di tutto orientare’

La scuola e la sfida del digitale è stato il filo conduttore del confronto tra La scuola dei Centennials di Valentina Aprea e Senza maestri. Storie di una generazione fragile di Anna Ascani che si è svolto lo scorso 26 febbraio presso la sede di Roma dell’Università eCampus, situata in via Matera 16. A moderare il dibattito Giovanni Vinciguerra, direttore di Tuttoscuola. “La scuola deve prima di tutto orientare” ha detto la viceministra dell’Istruzione, Anna Ascani, in una breve intervista rilasciata a Tuttoscuola in cui ha parlato anche di didattica a distanza e Coronavirus.

Guarda l’intervista ad Anna Ascani

Onorevole Ascani, nel suo libro lei parla di una generazione fragile, definita choosy, bambocciona, sdraiata. Una generazione che ha invece saputo affrontare le sfide del suo tempo cogliendo le opportunità offerte dalle tecnologie. In questo tempo di fragilità che ruolo deve avere la scuola?
“La scuola ha un ruolo importantissimo, prima di tutto di orientamento. Deve infatti dare un senso di orientamento ai ragazzi che, purtroppo, vivendo in un’epoca complicata, non ce l’hanno. Deve aiutarli a distinguere le informazioni che sono vere da quelle che non lo sono, ma anche a capire come si creano le informazioni e soprattutto quali di queste informazioni sono utili a sviluppare il loro singolare e irripetibile talento per metterlo in gioco nella società”. 

Parliamo del ruolo del digitale con l’emergenza Coronavirus: il Ministero ha attivato una task force per rendere attiva la didattica a distanza per tutte quelle scuole che attualmente sono chiuse. In che modo? 
“Siamo già al lavoro con le diverse piattaforme che esistono. Il Miur non si vuole sostituire a chi ha già sviluppato queste tecnologie, ma vuole aiutare gli stakeholders a mettersi a disposizione in una situazione di emergenza. Stiamo quindi cercando di sviluppare una sorta di vetrina che ospiterà queste proposte alle scuole. Poi il nostro dovere sarà quello di accompagnare i docenti perché naturalmente molti di loro non hanno mai fatto didattica a distanza e hanno bisogno di un accompagnamento particolare”. 

Ma la scuola prima di essere didattica è relazione e, in questo momento che vede le scuole chiude per via del Coronavirus, la relazione viene un po’ a mancare. Come pensate di trovare una soluzione a questo problema?
“Prima di tutto attivare la didattica a distanza rispetto al semplice registro elettronico con i compiti sicuramente rispristina un pezzo della relazione, anche se non è la relazione in presenza e poi noi speriamo di riuscire a tornare alla normalità nel minor tempo possibile. Io credo che sia fondamentale riuscire ad aprire il prima possibile le nostre scuole”.