Centemero (Fi), rischio di autoreferenzialità. Sereni (Pd), ascoltiamo

Giungono i primi commenti dei politici alla massiccia adesione degli insegnanti allo sciopero unitario di oggi.

Per Elena Centemero, responsabile scuola e università di Forza Italia,”Le piazze di oggi danno purtroppo l’dea di una scuola chiusa al cambiamento e autoreferenziale, mentre è necessario cambiare in profondità. Anche le polemiche sul ruolo dei presidi sono eccessive: il dirigente scolastico è l’unica figura dirigenziale all’interno della P.A. non estranea alla struttura che dirige dal momento che proviene dall’insegnamento e quindi conosce il mondo della scuola. Peraltro, con il rafforzamento del ruolo del Consiglio di Istituto, chiesto da Forza Italia e da altre forze politiche, il dirigente sarà accompagnato nelle scelte da compiere“.  

Il precariato scolastico non è nato dal nulla – ha proseguito la deputata parlando ai microfoni di Sky Tg 24 -, ma è il frutto di un sistema che è stato voluto, negli anni, dalla politica di sinistra e dai sindacati stessi. Oggi, nell’affrontare questo problema, bisogna ricordare che la scuola non serve a creare posti di lavoro ma a formare i nostri giovani“, ha concluso.

Diverso il commento di Marina Sereni, vicepresidente della Camera, nella sua nella sua newsletter settimanale uscita oggi:  “Migliaia e migliaia di insegnanti e studenti sono oggi scesi in piazza per manifestare contro il ddl sulla Buona Scuola in discussione alla Camera. Non condivido le ragioni dello sciopero, ma credo sia giusto che il Pd e il Governo mostrino attenzione alle domande e ai dubbi che quella piazza ha voluto esprimere. Innanzi tutto perché – come dimostrano le modifiche già apportate in Commissione e gli emendamenti presentati dal Pd ancora da esaminare – il ddl è migliorabile raccogliendo alcune delle preoccupazioni espresse dai manifestanti”.

 Ascolto e confronto nel merito, dunque – continua –  Con una duplice premessa, però. Primo: la scuola italiana ha bisogno di essere profondamente cambiata, di maggiore attenzione al merito, di valutazione dei risultati, di premialità per quelle scuole che lavorano meglio. Il senso dell’autonomia sta qui. Secondo: il ddl sulla Buona Scuola sconta i tagli pesanti subiti dal settore nel recente passato e un caos normativo che negli anni si è accumulato, in particolare sulle materie che riguardano il reclutamento del personale. L’assunzione di 100.000 insegnanti precari delle Graduatorie ad Esaurimento, l’indizione di un concorso per ulteriori 60.000 posti, non sono dunque la soluzione di tutti i problemi del personale scolastico ma sono un grande passo avanti. Per me essere riformisti vuol dire questo: fare ciò che è possibile, non cercare di fermare una riforma perché non è sufficiente!”.