Catania, calci e pugni a preside, Udir: ‘Emergenza dirigenti scolastici’

Ancora aggressioni nei confronti dei dirigenti scolastici. Stavolta i fatti si svolgono a Catania e la vittima, Fernando Rizza, preside dell’Istituto Comprensivo “Salvatore Casella”, sedeva alla scrivania del suo ufficio come sempre da otto anni, quando due uomini a volto scoperto sono arrivati e hanno iniziato a picchiarlo. Ora l’uomo, 54 anni, è a casa con una prognosi di sei giorni. “Non so perché” afferma. A riportare la notizia è il Corriere.it.

Non è la prima volta che il preside subisce intimidazioni. Già qualche tempo fa la sua macchina è stata incendiata nel parcheggio della scuola. L’ultima minaccia invece risale alla sua aggressione, puntualmente denunciata. I due uomini che l’hanno picchiato sarebbero poi andati via urlando “Te ne devi andare”.

Abbiamo a che fare – spiega il preside al quotidiano La Sicilia con centinaia di persone e trattiamo tanti atti amministrativi con un unico obiettivo: fare il bene della scuola per educare e formare i ragazzi. Qualche atto può non essere gradito, ma ci sono altri modi per contestare l’operato di un preside, come i sindacati e la legge”.

E proprio un sindacato, l’Udir, prende posizione nei confronti dell’aggressione del preside di Catania. “Agli stipendi ridotti all’osso, i carichi di lavoro maggiorati della riforma Renzi-Giannini, la pratica sempre più abituale delle reggenze in cambio di ridicole ‘mance’ – riporta in una nota – nelle ultime ore le cronache ci raccontano di vere e proprie aggressioni fisiche verso i capi d’istituto. Come quella che ha subìto il direttore dell’istituto comprensivo “Salvatore Casella”, a Pedara, nel catanese, che è stato colpito nel suo ufficio da due uomini a viso scoperto con pugni, schiaffi e calci, con tanto di intimidazione perché se ne vada dalla scuola. Il sindacato Udir denuncia l’assoluta latitanza dello Stato nei confronti di chi ha l’onere di rappresentarlo nel territorio, esprimendo solidarietà al collega Fernando Rizza, per l’ennesima volta vigliaccamente intimidito durante l’esercizio delle sue funzioni”.