Carriera docenti: gli scatti d’anzianità prima di tutto

Il sindacato Gilda degli insegnanti ha chiuso ieri a Salerno la tre giorni di assemblea nazionale dei propri delegati provinciali, ponendo al centro del dibattito la questione del recupero degli scatti di anzianità maturati nel 2012.

Oltre al recupero di quegli scatti, è in discussione il meccanismo stesso di progressione della carriera secondo anzianità che vede Gilda su una posizione difensiva.

Il sindacato – si legge in un comunicato – boccia le nuove modalità di sviluppo della carriera dei docenti ipotizzate dal ministro dell´Economia Fabrizio Saccomanni nel Def.

Proprio nel momento in cui il rapporto Eurydice sulle remunerazioni dei docenti, riferito agli anni scolastici 2009-2012, rileva che la progressione degli stipendi in Italia è tra le più basse in Europa – spiega il coordinatore nazionale Rino Di Meglio – il Governo sta pensando di abolire gli scatti di anzianità e di retribuire il “merito” attraverso un sistema di “valutazione delle prestazioni professionali collegato a una progressione di carriera”, premiando cioè soltanto alcuni insegnanti, magari scelti con il metodo Invalsi.

Un criterio – continua Di Meglio – sul quale non siamo affatto d´accordo perché significherebbe spostare risorse dagli scatti, cioè dallo stipendio di tutti, a un presunto merito per pochi che, peraltro, ancora non si sa come verrebbe valutato. Si tratta di un´ipotesi addirittura peggiore rispetto a quella del “concorsaccio” di Berlinguer, fallito – ricorda il coordinatore nazionale della Fgu-Gilda – grazie alla nostra mobilitazione”.

Il sindacato invita dunque i docenti alla mobilitazione affinché siano pagati gli scatti di anzianità del 2012 e del 2013 e siano stanziati i fondi per il rinnovo del contratto di lavoro.

Se poi il Governo vuole premiare il merito – conclude Di Meglio – metta a disposizione risorse”.

Scatti sì, merito poi forse. Ritorna la vecchia querelle in un momento di crisi finanziaria e politica non idoneo certamente ad affrontare serenamente una questione centrale come quella della valorizzazione professionale, troppe volta affermata senza convinzione.