Carriera dei docenti per decreto legge?

Se non è una rivoluzione poco ci manca”. Così inizia l’articolo dedicato ieri da Il Sole-24 Ore alle novità sulla carriera dei docenti preannunciate dal sottosegretario Davide Faraone nell’intervista rilasciata al quotidiano economico.

Le novità non stanno tanto nei contenuti, che sono quelli già delineati nel documento ‘La Buona Scuola’ (gli scatti di competenza al posto di quelli di anzianità riservati a due terzi dei docenti, l’introduzione di due nuove figure professionali, i “mentor” e i quadri intermedi), ma nel metodo con il quale tali novità dovrebbero essere tradotte in pratica: un decreto legge da approvare entro la fine di febbraio, in modo da renderle esecutive (per “un 20-30% dei docenti”), già con l’anno scolastico 2015-2016.

Nell’intervista Faraone afferma che “la carriera è un diritto degli insegnanti. Già oggi una parte significativa dei professori non si concepisce come mero esecutore di compiti, ma come professionista, progettista di percorsi formativi o come quadro che supporta il preside e la scuola”. È giunto dunque “il momento di cambiare visto che sono maturi i tempi per costruire percorsi di carriera per i professori”.

Tanto maturi da richiedere i tempi brevi – almeno sulla carta – di un decreto legge, al quale i sindacati, praticamente tutti, sono assolutamente contrati. Se il governo riuscirà nell’impresa di cambiare lo stato giuridico dei docenti per legge, senza contrattazione, sarà davvero una “rivoluzione”. Senza “quasi”…