Cancellazione dei docenti inidonei: 100 milioni di risparmio per lo Stato

Nessuno sa esattamente quanti siano, ma certamente sono alcune migliaia secondo stime che oscillano tra le 4 e le 6 mila unità.

Sono i docenti non idonei all’insegnamento che la manovra finanziaria di mezza estate (decreto legge 98 convertito con legge 111) ha previsto di destinare ad altri ruoli.

Un tempo venivano identificati con il 113, l’articolo di un decreto delegato del 1974 che per la prima volta aveva regolato con norma la situazione dei docenti non idonei all’insegnamento per motivi di salute ma idonei ad altra funzione.

Da sempre quel personale è stato destinato ad altre funzioni, senza abbandonare il ruolo per quanto riguarda aspetti giuridici ed economici. Ora dovranno abbandonare il ruolo con conseguenze sul piano giuridico e, soprattutto, economico.

Passeranno al ruolo degli assistenti amministrativi, con conseguente modifica anche della retribuzione, pur mantenendo ad personam per qualche anno la differenza stipendiale riassorbibile.

Nell’immediato il risparmio per lo Stato è zero. Ma nel tempo il risparmio corrisponderà al costo degli assistenti non nominati, stimabile intorno ai 100 milioni annui.

Domani, per iniziativa dei Cobas, protesteranno davanti al ministero di viale Trastevere a Roma per questo declassamento. Il sindacato che difende la loro causa con questa iniziativa di mobilitazione sostiene che il passaggio ai ruoli amministrativi non è obbligatorio. È vero, perché l’art. 19 della legge 111/2011, al comma 12 prevede che tale personale assume la qualifica di assistente amministrativo o tecnico… su istanza di parte.

In effetti nessuno li può obbligare a diventare assistente amministrativo presso qualche scuola del territorio, andando ad occupare i posti vacanti sui quali il personale amministrativo precario da tempo fa affidamento per il passaggio in ruolo.

Ma il successivo comma della legge prevede che Il personale di cui al comma 12 che non presenti l’istanza ivi prevista o la cui istanza non sia stata accolta per carenza di posti disponibili, è soggetto a mobilità intercompartimentale, transitando obbligatoriamente nei ruoli del personale amministrativo delle Amministrazioni dello Stato, delle Agenzie, degli enti pubblici non economici e delle università.