Cambiamenti in vista per l’esame di maturità?

Voci ufficiose raccolte in ambienti ministeriali riferiscono di un gruppo di lavoro impegnato a studiare modifiche all’attuale esame di Stato (maturità).

Si può arguire che un’ipotesi di riforma dell’esame non possa che riguardare l’eventuale introduzione di una prova nazionale, di cui si parla da tempo.

Ammesso che sia questo l’incarico del gruppo di lavoro, ci permettiamo di esprimere in proposito alcune riflessioni.

Per fare sistema è opportuno che gli esami di Stato, quelli di licenza al termine del I ciclo e quelli per il diploma, abbiano modalità e finalità simili.

L’esperienza della prova nazionale realizzata in questi anni nella scuola secondaria di I grado può essere un riferimento per costituire una via parallela nella secondaria di II grado. Superandone, però, i limiti evidenziati, a cominciare dalla sua incidenza sulla votazione finale.

Siamo sempre più convinti – e non siamo soli – che l’attuale prova nazionale nell’esame di licenza media non debba essere computata nella votazione finale. È opportuno che serva a misurare il sistema e ad essere strumento di autovalutazione per ciascuna scuola. Non deve servire a valutare il singolo alunno. Al massimo può essere messa a disposizione dei commissari d’esame per conferme o integrazioni definite discrezionalmente.

Insomma, riteniamo che non debbano esserci valutatori esterni alla commissione.

Se la prova nazionale per l’esame di terza media verrà riformata in questo senso, allora si potrà a nostro avviso ragionare di prova nazionale anche per l’esame di maturità.