Calano le nascite, sono 110mila gli alunni in meno: gli effetti sulla scuola

Si saprà soltanto tra qualche mese se il lockdown di questa primavera ha inciso sull’andamento delle nascite in Italia. Con conseguente futuro impatto sulla scuola e, in particolare, sugli alunni in classe. Non si tratta di una questione prettamente statistica, anche se gli esperti già prevedono la conferma del calo o addirittura l’accelerazione del decremento nel numero dei nati, come ha evidenziato l’ISTAT nel bilancio demografico dove il minor numero di nascite negli ultimi anni ha avuto progressivamente più incidenza.

Infatti dal 2015 al 2016 ci sono stati 12.342 nati in meno; l’anno dopo 15.287 in meno; dal 2017 al 2018 vi sono stati 18.404 nati in meno, dal 2018 al 2019 il numero delle nascite è diminuito di altre 19.577 unità, attestandosi a 420.170 nel 2019. I nati di quest’anno potrebbero scendere complessivamente sotto i 400 mila, mentre per il 2021 si vedrà.

Sono dati che impongono un diverso e deciso impegno politico per rendere significativo e credibile il sostegno strutturale alla famiglia e alle giovani coppie. 

Intanto l’onda di magra, ormai irreversibile, ha interessato tutti i settori scolastici con qualche eccezione nella secondaria in alcune regioni.

Il numero di bambini iscritti nel 2020-21 nelle scuole dell’infanzia statali (875.718) è diminuito di 25.461 unità rispetto allo scorso anno; con 875.718 sono ben lontani dai 1.030.367 iscritti del 2013-14, quando la scuola statale dell’infanzia aveva toccato, dopo quasi mezzo secolo, il tetto massimo di iscritti nella sua storia.

La scuola primaria (2.383.676 iscritti quest’anno), ancor più della scuola dell’infanzia, registra un notevole calo di alunni rispetto all’anno scorso (-60.213), maggiore del calo registrato nel 2019-20 (-53.372 rispetto al 18-19).

Per dare un’idea di quel che sta succedendo nella scuola primaria, basti pensare che nel 2013-14 il numero degli alunni aveva sfiorato i 2 milioni e 600mila unità: c’erano 214 mila alunni in più. Un calo dell’8%, che si traduce in calo di posti in organico, a meno che non si diminuisca il numero di alunni per classe.

Più contenuta la flessione del numero di alunni della secondaria di I grado: oltre 17mila in meno dall’anno scorso. Nelle superiori – tra regioni che incrementano il numero di studenti iscritti e regioni che ne perdono – si registra complessivamente un aumento di 10.399 iscritti. 

La Campania, tra l’anno scorso e quest’anno, ha perso nei vari settori più di 17mila alunni, la Sicilia ne ha persi poco meno di 15mila, e la Puglia quasi 11mila.

Tutte le regioni, comunque, hanno avuto flessione di iscritti. 

Complessivamente il calo di alunni è stato quasi di 110mila unità (esattamente 109.423) compensato da un incremento di iscritti in talune regioni di circa 17 mila unità (esattamente 16.833).