Bullismo, Rusconi (Anp Roma): ‘Serve un curriculum flessibile, i ragazzi devono stare a scuola anche di pomeriggio’

Al Senato, un incontro su bullismo on line e baby gang – crisi valoriale, comportamentale e identitaria delle giovani generazioni’ promosso dal vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri, con prefetti, psichiatri e operatori del settore per fare il punto sullo stato dell’arte. A rappresentare il mondo della scuola Mario Rusconi, presidente dell’Anp Roma: “Ormai da troppo tempo,  di fronte alla massiccia diffusione mediatica di filmati su atti di violenza, commessi a scuola o all’esterno da giovani o da baby gang (come vengono definite), la domanda, accusatoria, più frequente è: ‘Cosa fa la scuola?’”. Parlando della crisi della scuola, dei giovani, della famiglia e della società, della crisi del mondo adulto, come è opportuno chiamarla, bisogna sottolineare che il bullismo non è un fenomeno recente.

Quali fattori si stanno incrociando in questo momento storico?

“La diffusa deresponsabilizzazione familiare (più avvocati del diavolo che collaboratori nell’educazione); la sconcertante invasione dei media (novelli Grand Giugno!), per lo più protesi verso un folklore mediatico; infine una sorta di “benaltrismo” (ben altro c’è da fare prima di…) che allontana persino normali, ma significative modifiche dei comportamenti: tutti questi fenomeni hanno contribuito allo stato attuale del mondo giovanile. A tutto ciò si aggiunge una vera e propria inadeguatezza nei sistemi formativi (non solo in Italia), le cui cause sono ben note ma scarsamente prese in considerazione per una risoluzione positiva da parte delle istituzioni (culturali, politiche, sociali)”.

Cosa sta perdendo la scuola?

E’ abbastanza evidente l’attenuazione, per non dire lo sbiadimento della funzione etico – pedagogica/valoriale, della funzione professionale, della funzione conoscitiva della scuola. Si crea così un gran danno soprattutto alle figure sociali meno fornite di mezzi propri, soprattutto culturali. Quindi con una lesione democratica notevole, che vede sempre più bloccarsi quell’ascensore sociale che permetteva di elevarsi culturalmente e professionalmente da situazioni familiari difficili.

Perché le riforme della scuola restano sempre sospese?

Per svolgere una funzione positiva di rinnovamento c’è bisogno di almeno due fattori: il tempo e la cultura. Quanto al tempo, una riforma sostanziale della scuola necessita di almeno 5-7 anni di tempo-lavoro. Quanti governi nel frattempo si succedono nel nostro Paese? Della serie fuggi e via! E poi la cultura: per approvare proposte di riforma è necessaria una dote fondamentale: la lungimiranza. Non ciò che ritengo mi possa rendere subito in termini anche elettorali, ma quello di cui le future generazioni hanno necessità inderogabile. Tutto questo richiede impegno di studio, approfondimento scientifico -culturale e soprattutto volontà di allontanare un comportamento molto frequente nel nostro panorama politico: la scuola come un ring, su cui ci si impegna ad abbattere l’avversario. Di contro, noi sosteniamo che la scuola debba essere trattata come una serra di orchidee: se altero temperatura, umidità, luminosità l’orchidea muore!

Sul versante docenti e personale della scuola, in quale direzione dovremmo andare?

Va cambiato il sistema di reclutamento, attualmente per lo più basato sugli anni di precariato o, persino peggio, in concorsi – farsa, con crocette ed amenità del genere. Inoltre, è necessario un sistema di valutazione professionale adeguato, che valorizzi l’impegno (anche con carriera ed aumenti stipendiali) e imponga a chi, docente, presenta difficoltà nella relazione didattica e personale, percorsi funzionali di miglioramento (certamente non gli attuali corsi di aggiornamento, per lo più inadeguati). Esemplificando: cerchiamo di superare il modello autoritario (ruolo gerarchico, tendenza alla disconferma, mancanza di empatia, autoreferenzialità) e rafforziamo e valorizziamo il docente autorevole (puntuale, rigoroso, autocritico con elevata capacità di studio, motivante, competente).  A mio parere è necessario, inoltre,  recuperare il valore civile delle regole (nel comportamento, nella relazionalità, nell’educazione civica); riuscire a coniugare modernità e tradizione (esempio di ciò in particolare, il Trentino – Alto Adige); coinvolgere gli studenti a pieno titolo ( a quando l’istituzionalizzazione dello psicologo della scuola e del medico di ambiti scolastici?); offrendo spazi ed ambienti sicuri,  funzionali e piacevoli (compito degli EE.LL. proprietari degli edifici scolastici e delle utenze)”.

Per “scongelare” la scuola…

Il sistema scolastico italiano è quasi imbalsamato. La scuola superiore ricalca ancora la “Ratio Studiorum”  dei Gesuiti ( grande innovazione culturale  per cercare di attenuare gli effetti della Riforma luterana) su cui  si sono costruiti gli assetti della scuola del mondo occidentale: orari prestabiliti e fissi, discipline rigide e classi monolitiche. Nel frattempo il mondo occidentale (e non solo) pur prendendo spunto,  ha però innovato e ideato, per dirla in sintesi, il curricolo flessibile. In Italia nella scuola secondaria (media e superiore) gli orari delle discipline, le discipline stesse, i gruppi classe sono precostituiti e rigidi. Ad esempio  se uno studente ha già una buona preparazione musicale, suona abbastanza bene il pianoforte, ha l’obbligo di seguire 2h settimanali di musica nella scuola media che, però, non corrispondono alla sua preparazione, ben più elevata. Allora, come fare? Ci accontentiamo che, in un ospedale, si dia la stessa medicina per ogni malattia? Con due ministri dell’istruzione si è tentato, nel corso di diversi anni fa, di introdurre un primo, deciso passo verso il curricolo flessibile, ma entrambe le soluzioni ideate, pregevoli, non hanno trovato attuazione. È necessario riprendere l’argomento. Ad una base disciplinare fissa per tutti dovrebbe essere aggiunta una gamma di opzioni che corrispondano alle scelte, ai talenti di ognuno.

Quale la ricetta per contrastare il bullismo?

Per cercare di impedire, o almeno limitare,  l’espansione  dei fenomeni negativi, occorre che i nostri studenti, sin dalla scuola media ( anello debole del sistema, come ci dicono  tutte le ricerche) siano a scuola anche di pomeriggio, in locali funzionali, con laboratori, mense, attrezzature; possano seguire ambiti disciplinari attualmente trascurati, che invece fanno parte della “cultura underground” dei nostri giovani (cinema, musica, teatro, danza, fotografia, economia, letteratura straniera, grafica, arte); rientrino in quel modello di curricolo flessibile, aperto ed innovativo, che ha grande spazio in Paesi come la Finlandia, in Europa, o gli USA. Per far bene il nostro “mestiere” (di docenti, dirigenti, impiegati scolastici) dobbiamo sempre ricordarci di alcune affermazioni di due padri europei. Max Weber: passione, senso di responsabilità, lungimiranza e H. M.  Enzensberger: l’educazione, per funzionare, deve essere seduttrice. A cui aggiungerei un detto attribuito ai marines USA: Se si pensa che la formazione costi troppo, basta provare l’ignoranza!

© RIPRODUZIONE RISERVATA