Brocca, uomo nuovo della riforma?

Dopo il convegno dell’Udc di giovedì scorso, qualcosa potrebbe cambiare per quanto riguarda la riforma del sistema scolastico e, soprattutto, per la sua attuazione.
Il consenso del pubblico all’intervento dell’ex-sottosegretario all’istruzione, Beniamino Brocca, potrebbe costituire una nuova spinta capace di dare linee guida e riferimenti all’interno della maggioranza che non blocchino l’innovazione, ma la agevolino.
Molti dei presenti – e tanti non erano certamente del partito di Follini – hanno forse trovato un lessico familiare, una certa aria di casa, pur nella prospettiva del cambiamento.
Quello di Brocca non è stato un discorso “contro”: non aveva né lo spirito della conservazione né quello dell’alternativa al progetto Moratti.
Brocca ha rilanciato il metodo del dialogo, della concertazione e della mediazione politica, difendendo la centralità del Parlamento quale luogo massimo del processo decisionale e legislativo. Ha, inoltre, puntualizzato obiettivi e contenuti di quello che si dovrebbe fare per migliorare il livello di qualità del percorso di attuazione della riforma: non un azzeramento con il passato (come avvenuto ad esempio con il ricambio dell’alta dirigenza), non un punto e a capo, ma piuttosto un innesto del nuovo sulle radici solide della tradizione e della qualità della scuola italiana.
Cambiamenti senza traumi, dunque, salvaguardando il meglio del sistema scolastico esistente.
E di buono da salvaguardare, secondo il responsabile scuola dell’Udc, c’è molto, a cominciare, ad esempio, dalla scuola elementare, apprezzata da milioni di famiglie per i contenuti d’insegnamento e per i livelli di erogazione del servizio.
Dopo mesi di monopolio sulla riforma da parte del ministro (e del suo sottosegretario e dei suoi esperti), questa voce “nuova” (che viene da lontano) potrebbe concorrere a trovare le più alte mediazioni oggi possibili per definire un’intesa di fondo sulla scuola che vada oltre la semplice convenienza politica, modificando i rapporti di forza all’interno della maggioranza. A cominciare dal decreto legislativo sul 1° ciclo di istruzione che dovrà essere esaminato dal Parlamento nei prossimi mesi.