Botta e risposta Fazio-sindacati sull’istruzione

“A parità di livello di istruzione gli studenti italiani presentano livelli di apprendimento inferiori alla media. Su questi risultati possono avere influito il sistema di reclutamento e quello di motivazione degli insegnanti”.
Lo ha affermato il Governatore della Banca d’Italia Antonio Fazio nei giorni scorsi. Il Governatore ha aggiunto che “il vero risanamento delle finanze pubbliche richiede un aumento della produttività nel settore pubblico che consenta di fornire alla collettività servizi migliori a costi più bassi”. E per l’istruzione, osserva, l’Italia spende meno degli altri paesi, ma “viceversa è alta la spesa per il personale docente, in conseguenza dell’alto numero di docenti in rapporto agli studenti”.
Le parole del Governatore toccano nervi scoperti nella scuola, e non sono rimaste senza repliche. Secondo il segretario generale della Uil scuola Massimo Di Menna, “l’alto numero di docenti in rapporto agli studenti è legato all’ordinamento scolastico italiano che è diverso da quelli degli altri Paesi: gli studi durano un anno in più, si insegnano più materie e poi c’è la specificità italiana del sostegno all’handicap”. Per il leader della Cisl scuola Daniela Colturani il rapporto alunni-docenti in Italia “è legato anche alla condizione orografica del Paese”.
Del resto, “è noto a tutti – ha osservato Enrico Panini, segretario generale della Cgil scuola – che l’Italia spende poco per il suo sistema di istruzione e con questo Governo spende ancora meno. Considero i docenti, anche nel loro numero – ha aggiunto – un investimento positivo e non una spesa”.
L’ultima stoccata al Governatore (che le cronache politiche talvolta riportano come possibile alternativa al superministro dell’Economia Tremonti in caso di crisi di governo) è ancora di Di Menna: se manca qualcosa sul versante istruzione, è semmai un sistema di valutazione del sistema scolastico “che la classe politica non ha mai voluto realizzare”.