Bonus docenti/1: non è stato un successo

Il Corriere della Sera nei giorni scorsi ha riservato ampio spazio al consuntivo del primo anno per l’attribuzione del bonus ai docenti meritevoli, mettendo in evidenza soprattutto i limiti incontrati nelle scuole per premiare i docenti.

Anticipando i dati raccolti dal Miur attraverso un monitoraggio condotto sul primo anno di applicazione della premialità prevista per valorizzare la professionalità degli insegnanti, il servizio di Gianna Fregonara e Valentina Santarpia ha evidenziato, innanzitutto, la notevole difformità dei criteri individuati dalle scuole per premiare il merito, la consistente differenza degli importi individuali del bonus, nonché la diversa percentuale di docenti premiati con i casi limite (una istituzione su cinque) che ha distribuito quote di premio uguali per tutti i docenti.

Anche se sono state poche le istituzioni scolastiche che non hanno voluto premiare alcun docente, nel complesso non si può dire che il bilancio di questo primo anno del bonus premiale si sia chiuso con straordinario successo. Un risultato in chiaro-scuro che fa pensare e che reclama un ripensamento.

Preso atto di quanto successo, l’editorialista del “Corriere” Gian Antonio Stella si è chiesto: “Se non andavano bene i criteri di valutazione della Buona Scuola, ne esistono altri che concretamente possano essere accettati da chi per mestiere valuta gli altri cioè gli alunni?”

Una domanda pertinente che chiama in causa, prima ancora che i docenti, i loro rappresentanti sindacali che, fin dall’inizio, hanno avanzato riserve sul nuovo istituto premiale con alcuni che si sono messi di traverso per impedirne l’applicazione.

Stella ha dato anche un’occhiata in casa d’altri, arrivando a queste conclusioni: “Negli altri Paesi, dove hanno chiaro che il primo obiettivo non è l’erogazione di cattedre e stipendi ma la preparazione dei cittadini di domani, la fanno sì, la scrematura fra i migliori e i peggiori. Perché da noi, sia pure con tutte le garanzie contro eventuali soprusi, non è possibile? Che senso ha puntare a premi concordati e distribuiti a pioggia?

Una prima risposta è arrivata da Pino Turi, segretario generale della UIL Scuola, che è intervenuto su tuttoscuola.com: “Ecco perché la scuola ha bocciato il merito”.