Bocciature: secondo l’Ocse 30% in Francia e niente in Giappone

Secondo l’Ocse le bocciature eccessive creano “una segregazione nel sistema scolastico”, perché gli “studenti originari di contesti avvantaggiati finiscono in scuole con risultati migliori mentre quelli di origini svantaggiate finiscono in scuole peggiori”.

A riprova di questa affermazione, lo studio dello l’Ocse afferma che è significativo il fatto “che i Paesi con alti tassi di ripetizione di anni scolastici sono anche quelli che mostrano la performance più scarsa degli studenti”: quasi sempre, quindi, bocciare non significa aiutare gli studenti a migliorare la propria preparazione.

Sono affermazioni perentorie che non mancheranno di aprire una discussione nell’ambito scolastico e nella società italiana, soprattutto dopo le recenti notizie che danno in aumento le bocciature nella secondaria a causa del voto di condotta.

L’ultima rilevazione Ocse, svolta nel 2009, indica che la media di alunni bocciati è pari al 13-15%. La percentuale cambia però notevolmente a seconda dell’organizzazione scolastica di ogni singolo Paese: in Giappone ed in Finlandia è vicina allo zero, anche in Gran Bretagna non supera il 3%, mentre nel centro Europa, in particolare in Francia (che detiene il record del vecchio continente) e Belgio, è addirittura superiore al 30%.

L’Italia, con il 18% (parliamo degli istituti di istruzione secondaria di II grado), si colloca un po’ sopra la media.

Sarebbe interessante conoscere, oltre al tasso di bocciature, anche il tasso delle ripetenze successive per misurare l’eventuale effetto di dispersione (o di recupero).