Bocciare le bocciature. Si riapre il dibattito?

L’esito dell’indagine conoscitiva sulla dispersione promossa alla Camera dalla deputata di ‘Per l’Italia’ (ma prima ancora pedagogista impegnata sul tema dell’inclusione) Milena Santerini non ha riservato sorprese.

Ma il suo obiettivo non era quello di fornire nuovi dati, essendo le cifre del fenomeno in gran parte già note, comprese quelle che Tuttoscuola ha elaborato e pubblicato in un apposito dossier, reperibile nel nostro portale.  Era piuttosto quello di sollevare con il massimo di visibilità il tema dei rimedi al fenomeno, che tocca pesantemente la scuola italiana soprattutto al Sud e nelle Isole, ma anche in Lombardia e in altre zone del Nord.

Tra le misure di cui si discute, secondo quanto riporta il Corriere della Sera.it del 30 novembre, ci sarebbe anche quella di ridurre drasticamente le bocciature nel primo biennio della secondaria superiore, prima causa dell’abbandono precoce della scuola. Ci starebbe pensando, riferisce l’articolo di Valentina Santarpia, il sottosegretario all’Istruzione Angela D’Onghia (che a quanto pare, malgrado il suo passaggio all’opposizione come parlamentare, continua ad esercitare le funzioni di governo attribuitele). Con le promozioni facili, chiede la giornalista? “Potrebbe essere una soluzione, stiamo facendo delle valutazioni – risponde il sottosegretario – Il biennio deve essere un periodo di inclusione, non di sbarramento”.

Un precedente importante, nel caso che il Miur volesse effettivamente intraprendere questa strada in via amministrativa, sarebbe la circolare che il ministro Riccardo Misasi emanò in vista degli scrutini dell’anno scolastico 1969-70. Le scuole non erano invitate a promuovere d’ufficio tutti gli alunni, ma a considerare il primo e il secondo anno degli studi secondari superiori “come un unico ciclo didattico, anche per le esigenze di migliore raccordo con ordinamenti e metodi della scuola media”. Di conseguenza i Consigli di classe erano invitati “oltre che ad evitare il rinvio alla sessione autunnale, anche a non escludere dalla frequenza del secondo anno se non in casi eccezionali, per i quali il Consiglio di classe dovrà redigere motivata relazione da inserirsi nel verbale della seduta di scrutinio e da comunicare alle famiglie. In tali casi il Consiglio stesso proporrà le soluzioni più idonee e suggerirà i modi più convenienti per il recupero scolastico dell’alunno”. 

La circolare suscitò allora scalpore e feroci critiche, e di fatto non ebbe seguito. Ma sono passati più di quaranta anni, e il problema della dispersione in Italia è rimasto drammatico. Forse non sarebbe sbagliato ripensare a quella intuizione di Misasi…