Berlusconi bis/2. La partita dei sottosegretari

Stefano Caldoro, viceministro uscente del MIUR, è diventato ministro per l’attuazione del programma. Si è quindi liberato un posto al MIUR, sempre che venga confermato il numero di sottosegretari uscenti (quattro, di cui due viceministri). Posto che potrebbe essere rivendicato dall’UDC, partito finora non rappresentato nel governo del MIUR, e che anche per questo non aveva mancato di far valere le sue ragioni fuori di viale Trastevere.
Il candidato naturale sembrerebbe in questa ipotesi il responsabile scuola di questo partito, Beniamino Brocca, che fu già sottosegretario al MPI dal 1987 al 1992, ma si sa che le logiche che portano i partiti a selezionare i loro rappresentanti nel governo non sempre obbediscono ai criteri della competenza specifica dei candidati ai vari posti. Si sa comunque che l’UDC ha sollevato il problema di un maggiore equilibrio tra area liceale e area tecnico-professionale nel decreto legislativo sul secondo ciclo, e che spinge per un assestamento del decreto sul primo ciclo in direzione di una più ampia autonomia e flessibilità dei modelli organizzativi, a partire da una diversa soluzione della questione del maestro-tutor. E se non lo potrà fare dall’interno del governo, lo farà dal di fuori.
Una considerazione in parte analoga si potrebbe fare anche per quanto riguarda AN, il cui responsabile scuola, Giuseppe Valditara, potrebbe prendere il posto attualmente occupato dalla sua collega di partito Maria Grazia Siliquini, interessata – si dice – a cambiare Ministero. Anche Valditara ha più volte criticato le scelte fatte dal MIUR sulla riforma e su altre questioni, ottenendo significativi aggiustamenti di tiro. Anche il suo arrivo a viale Trastevere potrebbe giovare alla compattezza della politica scolastica del governo. Ma è quello che vogliono davvero i partiti in questo epilogo di legislatura?