Berlinguer: merito sia elemento di promozione umana e non di selezione sociale

La più grande rivoluzione del nostro tempo è la scuola per tutti e l’Italia non la realizza ancora, perché l’impianto educativo strozza questo evento fondamentale per la democrazia che è l’accesso di tutti al sapere, nella valorizzazione delle diverse capacità: questa è l’urgenza, dunque. Combattere la dispersione scolastica, sia quella che lascia fuori gli studenti, sia quella che canalizza in ghetti dequalificanti una parte di loro. L’inclusione sociale se diviene soltanto un cancello aperto per accedere a un pascolo brado non è una carità e non è una grande conquista. La scuola per tutti o è di qualità o non serve“. Lo afferma l’ex ministro dell’istruzione Luigi Berlinguer, europarlamentare del Pd, in un’intervista sul quotidiano ‘L’Unità’.

Per me una scuola che non valorizza le eccellenze non è una scuola che si rispetti. E ha ragione il ministro Profumo a dire che merito e inclusione sono due facce della stessa medaglia e a voler procedere in questo senso – continua – Ma la condizione perché entrambe possano realizzarsi è che si cambi alla radice l’impianto educativo italiano. E purtroppo questo non è da tempo nell’agenda politica del Paese“.

A parte le risorse economiche, indispensabili, ripeto: è l’impianto stesso della scuola che va cambiato. Imporre cento ore di didattica frontale è arcaico. Come anche l’idea che il merito da premiare sia solo individuale“, continua Berlinguer che aggiunge: “Perché evidenziare tanto il premio individuale, pur utile, facendolo sentire una rara avis, e non premiare anche i gruppi capaci di collaborare tra loro? Non vorrei che qualcuno avesse nostalgia per il bel tempo andato. Io piuttosto parlerei di merito diffuso, da premiarein tutte le sue forme: anche i successi parziali e quelli raggiunti attraverso la cooperazione sono importanti perché il seme del merito si diffonda come elemento di promozione umana e non di selezione sociale come vuole la destra“.