Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Baldriga (Anisa), ok per la storia dell’arte, ma non basta

Sul Ddl ‘Buona Scuola’ il dibattito è vivace anche per quanto riguarda le modifiche agli ordinamenti previste in particolare dalla nuova formulazione dell’art. 2. Pubblichiamo le dichiarazioni che la prof.ssa Irene Baldriga, presidente della Associazione Nazionale Insegnanti di Storia dell’Arte (ANISA), ha rilasciato in proposito a Tuttoscuola.

Presidente, le modifiche introdotte al Disegno di Legge in Commissione Cultura la soddisfano?

Direi proprio di no. Non c’è dubbio che nell’articolato siano state introdotte precisazioni fondamentali (mi riferisco ovviamente alle integrazioni apportate all’art. 2, dove si parla ora di “storia dell’arte” e non semplicemente di “arte” e dove sono state aggiunte indicazioni relative all’educazione al patrimonio, alla tutela, proprio come avevamo richiesto). Si tratta di un segnale di attenzione importante, ma – a fronte degli impegni che erano stati dichiarati – non basta. Due sono le questioni sostanziali che restano disattese: la reintroduzione della storia dell’arte negli indirizzi tecnici e professionali (ma anche nel biennio degli altri indirizzi di studio) e la garanzia che  i docenti chiamati a insegnare la nostra disciplina abbiano seguito un percorso accademico specialistico.

Considera chiusa la partita relativa al DDL con la discussione che ha avuto luogo in Commissione e con l’incontro Governo-Sindacati?

Assolutamente no. Confidiamo nel dibattito in Aula e confidiamo in una mobilitazione da parte dell’opinione pubblica. Vorrei ricordare che in difesa della storia dell’arte nella scuola, sono stati lanciati più appelli e raccolte firme, tutti con enorme adesione da parte della società civile. Mozioni e interrogazioni parlamentari hanno evidenziato l’emergenza di una questione profondamente sentita dai cittadini e dalle forze politiche. Non possiamo rassegnarci all’idea che, ancora una volta, una proposta importante, un segnale di svolta e attenzione alla cultura del nostro Paese ma anche una risposta alle effettive aspettative degli Italiani, debba fermarsi per motivi di risparmio. Se più esponenti dell’attuale Governo si erano impegnati, con convinzione e concretezza operativa, per un’autentica valorizzazione della storia dell’arte nella scuola, tanto da farne un tema ricorrente del loro progetto di rinnovamento del Paese, è difficile credere che le motivazioni di fondo siano venute meno. E dunque se la volontà politica esiste, dobbiamo trovare le risorse. Si è parlato di 25 milioni di euro per riportare la storia dell’arte nel biennio delle scuole superiori; ebbene, riflettiamo sul fatto che un chilometro di alta velocità costa al Paese più del doppio (62 milioni di euro, secondo il Sole 24ore). Riflettiamo bene sul futuro che desideriamo per gli Italiani e per l’Italia. ANISA diffonderà nei prossimi giorni un video intitolato “Storia dell’arte – La lingua degli Italiani”: un filmato di pochi minuti per far conoscere all’Italia la qualità e la ricchezza del nostro insegnamento nella scuola e oltre la scuola, un documento realizzato con i contributi di studenti e docenti di ogni regione.

La Riforma della Scuola consente a persone uguali e diverse di concretizzare un percorso innovativo per un futuro migliore?

La Riforma della Scuola ha sollevato comprensibili proteste, soprattutto da parte del corpo insegnante. Noi riteniamo che, accanto a molti aspetti certamente migliorabili ma anche bisognosi di essere verificati nella loro attuazione, la proposta presenti delle positività. Si aprono di sicuro degli spazi diversi di espressione dell’autonomia scolastica, offrendo alle scuole forme più consistenti e concrete per la formulazione del  progetto formativo. Che la Scuola italiana abbia bisogno di una svolta, di nuove aperture, sinergie  e risorse, è indubbio. Puntare sul dialogo con il mondo del lavoro, su un uso responsabile delle tecnologie, sull’internazionalità e sulla capacità di autoriflessione e di progettazione delle scuole, è importantissimo; la valutazione dei processi e dei risultati, a tutti i livelli, è un obiettivo ineludibile.

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