Avremo presto manifestazioni studentesche green?

Prima del lockdown la scuola italiana si era abituata, e a volte rassegnata, alle esuberanti manifestazioni degli studenti (cortei, assemblee, occupazioni), poi l’emergenza sanitaria aveva frenato e impedito le manifestazioni di piazza.

Ma quest’anno, con le attività didattiche che tornano in presenza e senza l’obbligo di mascherina all’aperto, i movimenti studenteschi quasi certamente entreranno in azione, probabilmente uniti da una comune rivendicazione – la lotta per il clima e la difesa dell’ambiente – che proprio in questi giorni sta attraversando le folle giovanili di molti Paesi.

Il movimento FridayForFuture (FFF) in Italia ha organizzato qualche giorno fa cortei con migliaia di giovani in molte piazze italiane, anche in vista del “youth4Climate: Driving Ambition”, l’evento previsto a Milano dal 28 al 30 settembre (presente Greta Thunberg) che riunirà 400 giovani di 197 Paesi per elaborare proposte ai Grandi del mondo, anche in vista del vertice di Glasgow sul clima in novembre.   

È probabile che gli studenti italiani utilizzino questo formidabile assist (come si dice in gergo calcistico) per dare contenuto alle loro manifestazioni autunnali.

Peraltro, troverebbe una condizione favorevole di ascolto da parte del mondo politico e soprattutto dello stesso governo Draghi che ha mostrato una concreta sensibilità già nella costituzione dell’Esecutivo.

Per la prima volta, infatti, il governo italiano dispone di un super ministero per la transizione ecologica e il PNRR destina quasi 70 miliardi alla missione dedicata alla transizione ecologica, che tiene insieme economia circolare, energia e tutela del territorio.

Se effettivamente le manifestazioni studentesche vorranno cavalcare il tema della transizione ecologica, potranno cominciare a rivendicare interventi mirati proprio per le strutture scolastiche in cui quotidianamente vivono. Come si legge tra le proposte del dossier di Tuttoscuola “Classi pollaio, ora basta!” scaricabile gratuitamente a questo link, “appare indispensabile rinnovare il parco scuole attraverso una programmazione capillare di edifici progettati secondo il modello campus, funzionali all’utilizzo di metodologie didattiche innovative, che oltre ad essere eco-friendly, totalmente inclusivi, caratterizzati da massimi criteri di sicurezza e facilità manutentiva, con tecnologie allo stato dell’arte e attrezzature ricreative e sportive di alto livello, siano dotati di ambienti aperti di apprendimento e di aule spaziose in rapporto al numero di alunni”.

La transizione ecologica passa anche e soprattutto dai luoghi di vita delle persone.

© RIPRODUZIONE RISERVATA