Arrivano i nuovi addetti per l’internalizzazione dei servizi, con preoccupazione delle scuole

Gli Uffici scolastici (USR) stanno pubblicando in questi giorni le graduatorie per la “la procedura selettiva, per titoli, finalizzata all’assunzione a tempo indeterminato di personale che ha svolto, per almeno 10 anni, anche non continuativi, nei quali devono essere inclusi gli anni 2018 e 2019, servizi di pulizia e ausiliari presso le istituzioni scolastiche ed educative statali, in qualità di dipendente a tempo indeterminato di imprese titolari di contratti per lo svolgimento di tali servizi”.

L’art. 3 del D.D. 2200/2019 ha fissato il numero di posti disponibili a livello provinciale per il profili professionale di Collaboratore Scolastico con indicazione, per ciascuna Provincia, del numero minimo di contratti e tempo pieno e del numero massimo di contratti a tempo parziale al 50%.

Scorrendo diverse graduatorie provinciali risulta di particolare evidenza l’avanzata età di molti candidati. Ad esempio, nella graduatoria della provincia di Roma più del 28% è ultrasessantenne con diverse persone in età da pensione. Un altro 49% è ultracinquantenne e soltanto il restante 21% ha un’età compresa tra i 40 e i 49 anni.

Ma c’è di più e non è certamente molto piacevole.

A quanto sembra, alcuni candidati, già appartenenti a cooperative di servizi (molti di loro appartengono agli LSU, i Lavoratori, Socialmente Utili), non avrebbero un passato molto edificante. Alcuni avrebbero carichi penali pendenti relativi al patrimonio ma anche alla persona. Essendo carichi pendenti, cioè non passati in giudicato, gli interessati hanno diritto a occupare posti pubblici che, diversamente, sarebbero a loro interdetti.

Ma la domanda che molti dirigenti scolastici già si stanno ponendo da un po’ di giorni: non era proprio possibile evitare che queste persone venissero a contatto con bambini e bambine?