Aprea. Un’istruzione a tutti, ma non la stessa istruzione

Sollecitata da “ilsussidiario.net” ad esprimere il suo punto di vista sull’editoriale intitolato “La scuola ha smesso di insegnare” di Luca Ridolfi, pubblicato su La Stampa, l’on. Valentina Aprea, presidente della Commissione cultura della Camera, non ha avuto esitazione nel dichiararsi d’accordo con le pesanti valutazioni critiche dello studioso, e ad individuare responsabilità e prospettive di soluzione.

La sinistra – dice l’on. Aprea – si è sempre ispirata alla cultura egualitaria del ’68, all’uguaglianza delle opportunità educative che di fatto si è rivelata falsa e perfino controproducente“.

Usciamo da anni in cui non sono stati più corretti i temi di italiano con l’idea assurda di rispettare la creatività dei bambini, posto che sbagliare sia ritenuto “creativo”, o in cui la matematica è stata spiegata soltanto sulla base logica a scapito dell’aritmetica e della geometria. Ma anche materie più “aperte” come la geografia, che veniva ridotta allo studio del territorio locale, e che dimenticava di insegnare i codici di lettura geografici”.

È stato folle – secondo l’Aprea – pretendere che tutti dovessero fare lo stesso percorso, che tutti dovessero frequentare i licei e avere un’istruzione formale.

Dopo aver dato atto all’ex-ministro Fioroni di avere avviato una inversione di rotta (che però, secondo Aprea, attualmente il Pd sembra non seguire, arroccato a difesa dell’idea di una cultura egualitaria), la rappresentante del Pdl fa riferimento alla situazione di molti Paesi europei, dove si sono evitate contrapposizioni ideologiche, favorendo soluzioni unitarie del sistema di istruzione.

Per uscire da questa crisi strutturale, dichiara Aprea, occorre puntare sulla “formazione iniziale dei docenti, fatta molto più sulle discipline che non a livello psicologico pedagogico“.

Ma non solo. C’è anche “la necessità di liberare le scuole da procedure standardizzate e invocherei invece più autonomia, più responsabilità per gli istituti. Una struttura scolastica può anche elaborare i percorsi più differenti e le strategie più diverse con l’impegno però di garantire, alla fine dei conti, livelli più apprezzabili di apprendimento e di competenze.”