Aprea (FI): “Così si blocca il ricambio generazionale nella scuola”

Sulla parte dedicata alla scuola del decreto legge 87/2018, cosiddetto ‘dignità’ e relativo alle problematiche generali del lavoro, è intervenuta tra gli altri l’on. Valentina Aprea di Forza Italia. Ecco il testo dell’intervento.

La scelta del Governo di ricercare una soluzione normativa al complesso contenzioso dei diplomati magistrali era da noi condivisa, tanto che all’inizio della Legislatura avevamo, come Forza Italia, presentato una mozione per chiedere al Governo di risolvere il contenzioso con una norma ad hoc.   Dunque, non si discute ne’ la necessità, né’ l’urgenza di intervenire sul piano legislativo, ma le scelte effettuate dal Governo, ora che l’iter si sta concludendo, non configurano percorsi né efficaci, nè condivisi, neppure dagli stessi interessati e, come se non bastasse, creano le premesse per nuovi e più pesanti contenziosi.   A dire il vero, già la scelta iniziale del Governo di inserire la norma in un provvedimento del lavoro per affrontare la delicata questione dei diplomati magistrali è sembrata subito sbagliata, soprattutto perché ha impedito un vero confronto di merito che sarebbe dovuto avvenire in Commissione Cultura e ci auguriamo che ciò non avvenga in futuro. Ma, la nostra opposizione è motivata , ora, da almeno tre grandi questioni che si aprono con l’approvazione di questo articolo di legge!

 

Prima questione: l’elevato numero di controinteressati a questa norma (gli stessi diplomati magistrali che si aspettavano di entrare nelle GAE, gli insegnanti di sostegno specializzati nei percorsi di laurea in Scienze della Formazione Primaria, gli insegnanti delle scuole paritarie che hanno maturato i due anni di supplenza nelle scuole non statali e che vengono esclusi dai concorsi non selettivi,  i laureati in Scienze della Formazione Primaria degli ultimi corsi….) che presenteranno nuovi ricorsi, alimentando il business dei contenziosi amministrativi e determinando nuove scelte in materia di reclutamento che saranno dettate ancora una volta dalla giustizia amministrativa e non da criteri di qualità e di merito.

Seconda questione: l’elevato numero di contenziosi tuttora pendenti presso il Ministero e che riguardano centinaia se non migliaia di docenti, dirigenti e personale ATA che meritano di essere presi in considerazione per una ragione di giusta causa e per il buon funzionamento della scuola.

Terza questione: certamente la più delicata, questi provvedimenti cosiddetti di sanatoria nel reclutamento dei docenti alterano, se non azzerano, il necessario ricambio generazionale nella scuola italiana. Solo con questa norma stiamo immettendo nei ruoli della scuola dell’infanzia e della primaria docenti che, avendo conseguito il titolo un decennio fa, avranno un’età che va dai 40 ai 50 anni.   Non solo, ma essendo i beneficiari prevalentemente nel Sud, per molti decenni non ci saranno più, in quella parte d’Italia, posti vacanti e disponibili per le nuove generazioni di docenti, con squilibri didattici ed occupazionali, che porteranno le nuove generazioni di docenti che si formeranno al sud a trasferirsi al nord per insegnare, vanificando così i concorsi regionali e le autonomie regionali.

Per queste ragioni, Forza Italia si oppone al provvedimento e chiede di prevedere una sessione straordinaria di confronto con il Governo per conoscere l’impatto sulle classi della norma, per valutare le soluzioni a tutti gli altri contenziosi e, soprattutto, per valutare le strategie per reclutare docenti preparati e giovani in tutti gli ordini di scuola e nel rispetto delle autonomie regionali.