Antidoping a scuola. Una provocazione del ministro Amato

Durante un convegno dell’Anci a Firenze, il ministro degli Interni, on. Giuliano Amato, ha lanciato, volutamente, una provocazione che non mancherà di far discutere: effettuare agli studenti a scuola l’antidoping – quello che normalmente si usa verso gli atleti – quando vi è un fondato sospetto di uso di materiale stupefacente.

Bisogna pensare anche a cose del genere, anche se può apparire una cosa un po’ idiota” ha detto il ministro parlando della sua provocazione; provocazione che, come ha ammesso lui stesso, ha fatto esclamare ad un insegnante suo amico: “ma sei matto? Di sicuro arriverebbero i genitori a fare un occhio nero al preside o al professore”.

Per gli studenti potrebbero diventare obbligatori test anti-doping tra i banchi – ha ipotizzato il ministro – Gli studenti potrebbero sottoporsi all’antidoping, ad esempio, dopo le interrogazioni con prestazioni sospetti“.

Amato ha sviluppato ulteriormente la sua provocazione, ipotizzando conseguenze per lo studente risultato positivo alle analisi: perderebbe punti e l’interrogazione non sarebbe valida.

Cose del genere meritano di essere prese in considerazione per cominciare a pensare soluzioni credibili per fermare la preoccupante escalation della droga, ha commentato Amato.

Qualcosa bisogna pur fare di fronte al problema della droga che trascina nella rete della criminalità troppi ragazzi innocenti.

Per questo occorre estendere il più possibile i controlli sull’uso di stupefacenti.”

C’ è bisogno ha concluso il ministro – di una campagna enorme contro la droga; “una campagna rivolta soprattutto a noi stessi, chiamando in causa noi integerrimi consumatori di cocaina, e quei genitori, e non solo i figli, che prendono la coca nel weekend per passare un fine settimana più elettrizzante“.