Anticipi/1: perché la scuola dell’infanzia no (per ora)

Era nell’aria da qualche giorno, ma, dopo l’incontro con l’ANCI dei giorni scorsi, il ministero ha ritenuto opportuno procedere con cautela nella riapertura delle iscrizioni per la scuola dell’infanzia, e rinviare il termine a data da determinare, dopo aver effettuato opportuni accertamenti sulle effettive condizioni di praticabilità delle ammissioni anticipate.
L’ANCI, in un suo comunicato (www.anci.it), ha espresso apprezzamento al ministro Moratti per la “responsabilità della scelta” che ha tenuto conto della posizione dell’Associazione.
I genitori dei piccoli che compiono tre anni entro il 28 febbraio 2004 dovranno perciò attendere che sia accertato, scuola per scuola, non solo se vi sono posti liberi (una verifica veloce e immediata), ma se vi sono le condizioni idonee per questa accoglienza (spazi, servizi mensa, trasporti).
Poiché la legge prevede che gli anticipi nella scuola dell’infanzia si possono fare, rispettando per i Comuni il patto di stabilità finanziaria (cioè senza nuove spese di grande rilevanza), la parola finale spetta proprio ai Comuni che debbono valutare se quei bimbetti in più che entrano nella scuola statale possono creare spese aggiuntive per trasporti, mense, nuovi arredi (banchi, tavolini, ecc.).
Se le verifiche si faranno seriamente, potrebbero essere necessarie diverse settimane e, visto che il ministero non ha fissato una data perentoria per concluderle, potrebbero consentire di conoscere le situazioni complessive di tutta Italia solo tra un mese o due.
Saremo allora alla vigilia dell’estate e a quella data la probabilità di riapertura delle iscrizioni potrebbe ridursi di molto. Amministrazione scolastica e Amministrazioni comunali avrebbero qualche problema di spesa in meno, e i genitori che contavano di mettere i figli piccoli a balia nelle scuole materne avrebbero qualche problema in più.