Anticipi nell’infanzia: sindacati e associazioni chiedono regole all’Anci

Gli anticipi di iscrizione alla scuola dell’infanzia sono una delle più strane e sconosciute applicazioni di questa prima fase della riforma. Avrebbero dovuto essere operativi già dal 2003, ma, dopo una prima bozza di circolare per regolarne le iscrizioni, il Miur ha rinviato tutto in attesa di accordi con i Comuni, con delusione di molte famiglie che avevano bussato inutilmente alle scuole statali, mentre le paritarie potevano procedere regolarmente.

Nel 2004 le iscrizioni sono state condizionate dal preventivo accordo regionale con le associazioni dei Comuni, oltre che dalla disponibilità di posti con esaurimento di liste di attesa e, non ultimo, l’accordo coi i sindacati di comparto per la definizione di nuove professionalità e modalità organizzative. L’accordo sindacale non c’è stato, ma il Miur ha messo a disposizione ugualmente più di 400 posti di docente per favorire sia gli anticipi sia nuove iscrizioni. Come prima, le scuole dell’infanzia paritarie hanno potuto iscrivere bambini in anticipo perché non condizionati dall’accordo sindacale per le scuole statali o dal placet comunale.

Per l’anno prossimo la circolare 90/2004 sulle iscrizioni ha consentito iscrizioni anticipate alle solite condizioni, prevedendo anche l’assenso del Comune … qualora lo stesso sia tenuto a fornire, con riguardo all’attuazione degli anticipi, servizi strumentali aggiuntivi: trasporti, mense, attrezzature, ecc.. L’Anci, interpellata prima dell’emanazione della circolare, ha dato il proprio ok.

Ora però il Coordinamento Nazionale per le politiche dell’infanzia e della sua scuola (FLC CGIL, CISL SCUOLA, UIL SCUOLA, SNALS, AIMC, ANDIS, CIDI, FNISM ed MCE) ha chiesto un incontro all’Anci perché “è necessario un luogo di governo della materia in questione. Infatti è accaduto diffusamente che ogni scuola e ogni Ente Locale ha affrontato il fenomeno a seconda di come ha ritenuto opportuno e, non sempre, avendo in mente che si tratta di servizi educativi rivolti all’infanzia prima ancora che di servizi ai genitori“. Il decreto 59/2004 prevede che “Dovrà essere favorita omogeneità di distribuzione, sul territorio nazionale, dei livelli di servizio“.