ANP: la scuola può essere affrancata dalle regole di corretta amministrazione?

Contro le ragioni dello sciopero sulla riforma della scuola, targata Renzi-Giannini, si è schierata l’ANP (l’Associazione dei dirigenti scolastici) che, tramite il suo presidente, Giorgio Rembado, ha rilasciato dichiarazioni infuocate su Il sussidiario.net.

Nella sua critica non c’è soltanto, come si potrebbe pensare, la difesa del nuovo ruolo del dirigente scolastico (pezzo forte, se non primario, della protesta), ma c’è un attacco alla conservazione del sistema e al rifiuto del cambiamento che, secondo Rembado, guida l’azione dei sindacati.

"Alla fine sono prevalsi – dichiara Rembado – paure e sospetti: paure di essere sottoposti a valutazione, di non ricevere tutti la stessa retribuzione, pur nella diversità di impegno e di risultati professionali di ciascuno; sospetti sui cosiddetti “superpoteri” del dirigente manager, su nuove modalità assunzionali che tengano conto delle esigenze differenziate delle scuole e degli allievi".

Dopo avere notato che non vi è nulla di nuovo sotto il sole, commenta che tutto questo "è  già capitato tante volte o, per meglio dire, ogni qualvolta un governo si era posto concretamente l’obiettivo di un intervento non solo di facciata sulla modernizzazione del sistema “scuola”. Come non ricordare il fuoco di sbarramento di tutto il mondo sindacale contro la proposta di valutazione degli insegnanti avanzata alla fine del secolo scorso dall’allora ministro Berlinguer?"

C’è poi una considerazione amara, rassegnata, da parte di Rembado: "Quello che dovrebbe turbare è, a distanza di tanti anni o decenni, la reiterazione delle medesime parole d’ordine, degli stessi comportamenti compulsivi, frutto, nell’interpretazione più benevola, di un’impostazione difensiva della categoria. Ma quello che ancor di più stupisce è l’ostinazione nel credere che il mondo scolastico sia legibus solutus, ossia affrancato dalle regole di corretta amministrazione che si addicono a tutte le organizzazioni o enti complessi".