Annullamento concorso dirigenti in Toscana: contro e a favore

L'Anp contro l'annullamento mentre Gilda plaude

L’annullamento del concorso per dirigenti scolastici in Toscana con sentenza del Tar ha provocato valutazioni contrapposte da parte di alcune organizzazioni sindacali: l’Anp contraria alla sentenza e Gilda a favore.

L’Anp (Associazione nazionale presidi) ha espresso in un suo comunicato (www.anp.it)  “disapprovazione per gli interventi inefficaci dell’avvocatura e dell’amministrazione periferica nel contrasto alla marea di ricorsi, tutti pretestuosi, che si sono abbattuti sull’ultimo concorso dirigenziale ed ha riaffermato la volontà dell’Associazione di farsi carico della questione anche questa volta con un ricorso ad adiuvandum al Consiglio di Stato, insieme con gli interessati, per ribaltare l’esito della prima pronuncia del TAR di Firenze”.

In tal modo l’Anp intende confermare “il pieno sostegno ai vincitori del concorso in tutte le regioni italiane: in Toscana come in Lombardia, in Calabria, in Campania, in Molise e nel Lazio”.

L’Anp “non è disponibile ad accettare che, per ragioni di carattere formalistico ed in seguito a contenziosi temerari, vengano accantonati o, peggio, annullati gli esiti del concorso.

Per questo motivo ha sollecitato l’amministrazione centrale a promuovere insieme con l’USR Toscana immediato ricorso al Consiglio di Stato per la sospensione degli effetti della sentenza del TAR fino all’esito del giudizio di merito richiesto allo stesso Consiglio di Stato. Nel frattempo tutti i dirigenti nominati devono essere mantenuti nelle loro funzioni e deve essere mantenuta anche la validità della graduatoria ai fini del futuro reclutamento”.

Di parere opposto la valutazione del sindacato Gilda che sul proprio sito (www.gildains.it) è uscito con questo comunicato: “Condividiamo pienamente le ragioni che hanno portato il Tar della Toscana ad annullare il concorso per nominare 105 presidi”.

La Gilda degli Insegnanti “si schiera al fianco della decisione assunta dal tribunale amministrativo con la sentenza del 19 aprile scorso, definendo “inammissibili le leggerezze commesse nella gestione della procedura concorsuale”.

“L’amministrazione scolastica – afferma la Gilda – si è resa protagonista dell’ennesima brutta figura, gettando discredito sulla figura dei dipendenti pubblici le cui prestazioni, proprio in questo periodo, sono oggetto di un acceso dibattito riguardante la loro valutazione”.

È scandaloso – sottolinea il sindacato – come tante risorse economiche, intellettuali e professionali siano state dissipate da prassi che denotano una superficialità sfociata addirittura nell’illegittimità”.

“Centinaia di concorrenti si sono preparati duramente, e purtroppo inutilmente, per le prove scritte e lo Stato dovrà sborsare non pochi soldi per pagare le spese processuali a cui è stato condannato (3000 euro per ogni sentenza, e se ne preannunciano molte altre ancora). Senza considerare – aggiunge la Gilda – i costi che dovrà sostenere l’Avvocatura dello Stato, un organismo pagato dal cittadino con le proprie tasse ma che si erge a difensore di un’amministrazione indiscutibilmente colpevole di non aver proceduto secondo la legge. Per non dimenticare le 105 scuole che si ritrovano adesso senza un dirigente scolastico”.