Ancora una volta il Tar entra nel merito delle bocciature

Sono lontani i tempi in cui i Tribunali Amministrativi Regionali, nel valutare eventuale ricorsi contro la bocciatura di uno studente, verificavano il rispetto delle procedure, la coerenza delle decisioni e la corretta applicazione delle norme, annullando le decisioni dei consigli di classe soltanto per vizi di legittimità.

Il merito, cioè la valutazione degli insegnanti, non era quasi mai messa in discussione.

Da un po’ di tempo spira invece un’aria diversa nei Tribunali Amministrativi e capita ormai con una certa frequenza che i giudici si sostituiscano agli insegnanti nel valutare gli alunni, promuovendo d’ufficio quegli studenti che i consigli di classe avevano invece, motivatamente, non ammesso alla classe successiva.

Il Tar Lazio, nelle ultime udienze, ha varato alcune ordinanze di sospensiva che vanno proprio in quel senso. Dopo il caso, riferito anche da Tuttoscuola, dell’alunno di seconda media che era stato bocciato per l’elevato numero di cinque in diverse discipline di studio ma che, invece il Tar ha promosso, perché quelle numerose insufficienze non erano gravi (cioè non erano dei quattro o dei tre), vi è anche il caso di una studentessa di un istituto superiore, anch’essa bocciata perché, pur avendo sfiorato la sufficienza tutto l’anno, non aveva raggiunto gli agognati sei.

Per quest’ultima il Tar, con l’ordinanza 4930 dell’11 novembre, ha ritenuto che la ragazza meritasse quella prova di appello (scrutinio a settembre) che i suoi insegnanti le avevano negato.

Il Tribunale ha, quindi, disposto che affronti ora l’esame perché venga accertato il suo recupero nelle discipline di studio in cui era risultata a giugno insufficiente. Non fidandosi dei docenti, il Tar ha disposto anche che l’esame si svolga in presenza di un ispettore del ministero dell’istruzione.