Anche un solo taglio fa già male alla scuola

Articolo di Francesco Scrima, di Cisl Scuola sul tema dei tagli in Finanziaria.

“E siamo alle solite. – scrive – Quando si prospettano riduzioni alla spesa pubblica si pensa subito alla scuola, se si immaginano “tagli” viene in mente il suo personale, se c’è da risparmiare si va alla voce “istruzione”. Antico vizio della politica da cui anche l’attuale Governo non sembra essere esente. C’è una spiegazione ed è che questa è una voce rilevante del bilancio; che con qualche decimale – che sembra poca cosa – si vede cambiare significativamente il risultato complessivo; che, tanto, chi ci rimette sono bambini e ragazzi che non votano; che gli effetti del furto, poi, non appaiono subito. E dunque. Ma una spiegazione non è una ragione; questa, poi, nasconde importanti dati di realtà e manifesta acute punte di cinismo.

Il primo dato che nasconde è che l’impegno economico pubblico per l’istruzione è, da noi, il 4,7% del PIL contro il 5,3% della media europea; il cinismo che esprime è quello di far pagare il costo dell’operazione ai più deboli: bambini che non fanno lobby, famiglie che non bloccano piazze, fasce sociali che, al di là della scuola, non hanno altre possibilità di dare un futuro migliore ai propri figli. Ma l’insipienza più grave di operazioni così è quella di bruciare, per miopia sul presente, possibilità di futuro. E’ come consumare, per farsi una focaccia oggi, la scorta di semi per il nuovo raccolto di domani.

E allora che almeno si smetta di presentarsi con progetti e proclami altisonanti fatti solo per illudere ed essere smentiti, subito dopo, dalle scelte concrete che si fanno. Che fine fanno le dichiarazioni del programma dell’Unione sull’istruzione e la formazione se, alla prima finanziaria, si imbocca così la strada dei tagli? “Non uno di meno” era stato detto; ma di che cosa? Dei tagli? Anche solo aver annunciato l’intenzione di voler ridurre gli impegni economici sulla scuola, fa già danni”.