Anche in Gran Bretagna aumentano i giovani senza lavoro e senza formazione

La situazione dei giovani Neet, denunciata da Banca Italia, non è molto diversa da quella che sta emergendo in questi giorni oltre Manica.

Si aggrava infatti la situazione dei giovani senza lavoro in Inghilterra. Un nuovo rapporto statistico ha rivelato come il dato sia in peggioramento creando, specie in alcune aree,  dei veri e propri “buchi neri” all’interno dei quali sembrano precipitare ragazzi fuori da qualsiasi percorso scolastico, di formazione professionale o di apprendistato. L’acronimo usato in inglese NEET (Not in Education, Employment or Training) indica proprio questo.

La zona in cui più preoccupante appare la situazione, le Midlands, soffre da tempo gli alti e bassi provocati negli anni 70 dalla crisi dell’industria  e dell’estrazione carbonifera. Il contesto, nonostante la cura da cavallo imposta dall’allora primo ministro, la lady di ferro Margaret Thatcher, è rimasto delicato.

Ora la rilevazione mostra come almeno un quarto dei giovani residenti sul posto tra i 16 e i 24 anni siano senza occupazione. In Inghilterra e Galles, in almeno nove grandi centri urbani è disoccupato un giovane su 5.

Un difficile mercato del lavoro, in specie nella attuale congiuntura economica, significa non solo meno prospettive per i giovani, ma anche tagli di risorse per servizi ed istruzione, in particolare per i ragazzi fra i 16 e i 19 anni. Il rischio paventato dalla Private Equity Foundation, che ha commissionato la ricerca, è che si raggiunga presto la soglia del milione di giovani disoccupati.

Fonti ministeriali hanno affermato che il governo, consapevole che, per troppo tempo, si sono lasciati troppi giovani senza nessun tipo di impegno, ha assicurato che non si lascerà nulla di intentato per invertire la tendenza: dati dello scorso anno mostrano già come i ragazzi impegnati nell’apprendistato siano aumentati del 50%.