Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Alunni stranieri in Italia: è boom

Mentre infuria la polemica politica sulla proposta del vice presidente del Consiglio Fini di riconoscere il diritto al voto amministrativo agli stranieri presenti in Italia, un dato rende ancora più di attualità il dibattito: secondo quanto è in grado di anticipare Tuttoscuola, si sta verificando un nuovo e più forte boom nel numero di studenti stranieri nelle scuole italiane: da dati ufficiosi, nel 2002-2003 si è registrato un aumento di oltre 50 mila ragazzi stranieri nelle scuole italiane. Quasi un 30% in più rispetto all’anno precedente, concentrato soprattutto nel triangolo emiliano-lombardo-veneto, con epicentro a Mantova.

Se c’è infatti un’area nella quale si sta verificando un’equiparazione dei diritti degli stranieri rispetto ai diritti dei cittadini italiani, è proprio la scuola.
La presenza di alunni stranieri nelle scuole italiane dal 1983 ad oggi è stata in continuo e progressivo aumento, con un’accentuazione particolare dal 1996/97 in poi.

Nell’anno scolastico 2001-2002 si era raggiunta e superata la quota di 180 mila unità (esattamente 181.767 alunni iscritti contro i 147.406 dell’anno prima), ora si è sfondato il tetto dei 230 mila (2,7% del totale della popolazione scolastica). Un dato che cresce a ritmi impressionanti, negli ultimi tre anni si è pressoché raddoppiato (nel 99/2000 erano 119 mila, pari all’1,47% del totale) e che continuerà a farlo nei prossimi anni. Le stime dell’anno scorso del Miur prevedevano che entro il 2010 il numero di alunni stranieri sarebbe stato tra 488 e 566 mila, per arrivare nel 2017 a un numero compreso tra 550 mila e 710 mila.

Commentando questi dati il Miur l’anno scorso scriveva: “L’aumento progressivo negli ultimi anni del numero di alunni pone l’accento sul carattere di stabilità assunto dal fenomeno immigratorio ed evidenzia la necessità di una pianificazione delle risorse e degli interventi“.
E dietro i ragazzi ci sono sempre più nuclei familiari stabilizzati che si avviano all’integrazione sociale, oltre che lavorativa. Ecco perché il problema sollevato da Fini, che sia o non sia nel programma di Governo, e a Bossi piacendo o meno, è un nodo centrale. La scuola sta lì a dimostrarlo e da anni lavora – ma molti non se ne accorgono – per una piena integrazione.

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