Alternanza Scuola Lavoro: il punto a tre anni dall’obbligatorietà. Domani gli Stati Generali

Domani, 16 dicembre, a Roma di tengono gli Stati Generali dell’Alternanza Scuola Lavoro: «Il tema non è tornare indietro da un’innovazione qualificante, ma farla diventare per tutti un’esperienza positiva», ha dichiarato nei giorni scorsi la ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli. Tre le novità annunciate: mille tutor territoriali di Anpal dedicati, un corso online sulla sicurezza realizzato da Inail e un bottone rosso per segnalare i problemi. Ma qual è il punto dell’Alternanza Scuola Lavoro a tre anni dall’introduzione del suo obbligo. Ne abbiamo parlato in un articolo di Dario Eugenio Nicoli sul numero di dicembre.

Nel terzo anno della obbligatorietà dell’Alternanza in tutte le scuole del secondo ciclo degli studi, occorre avere la consapevolezza della rilevanza del movimento che è stato attivato: è la più vasta ed impegnativa innovazione didattica ed organizzativa realizzata da molti anni a questa parte, che non mancherà di lasciare il segno sul percorso che la scuola sta da tempo perseguendo nel delineare la sua identità. Un percorso è complementare a quello delle forze positive della società, a partire dalle imprese “generative”, consapevoli che il proprio futuro è legato strettamente alla capacità di instaurare un autentico dialogo con le giovani generazioni e di trovare con esse un’intesa non solo strumentale ma sostanziale. 

All’Alternanza dedicheremo un webinar il prossimo 18 dicembre, clicca qui per saperne di più

L’Alternanza Scuola Lavoro così com’è prevista dalla legge 107 può essere vista come un coraggioso tentativo di fornire ai giovani un “curricolo per la vita” fondato su un’intesa tra scuola e impresa come partner di un progetto comune che consenta ai primi di inserirsi positivamente nella realtà, fornendo loro il meglio della sintesi culturale tra tradizione ed attualità. Quest’alleanza va a vantaggio di ambedue i soggetti:

La scuola ha bisogno di un metodo composito, fondato sul protagonismo dei ragazzi nello scoprire e rinnovare il sapere della tradizione tramite il coinvolgimento in opere reali che disegnino il cammino della loro crescita nella forma del pensiero sintetico. La docenza mette gli studenti in azione affinché facciano sintesi di cultura formale, realtà e identità. Gli insegnanti, in base alla mappa elaborata dai dipartimenti accompagnano gli allievi in azioni compiute, significative e reali, a beneficio di altri, che restituiscono il senso del loro valore ed insieme l’amore della vita, dando solidità al loro io entro legami sociali stabili.
L’azienda ha bisogno di un sovrappiù di significati per poter svolgere opere compiute, pienamente umane, come richiesto dall’attuale grado di sensibilità civica che attraversa le società postmoderne. L’azione economica, infatti, va collocata entro un orizzonte di civiltà; il legame tra persone e aggregazioni sociali deve fondarsi su un significato forte circa l’opera del rispettare, del costruire e del servire. Si è infatti consumata una rottura della tradizionale fiducia nel progresso che ha segnato tutta l’epoca della modernità; da questa tensione emerge molto forte la richiesta di un’economia ancorata a forti valori etici, sostenibile, amichevole, a favore di uno stile autentico dell’esistenza.

Inoltre, l’incontro tra le generazioni rappresenta la condizione privilegiata per rilanciare la fisionomia comunitaria del nostro Paese, in cui il territorio diviene consapevole dei propri valori e indirizza le proprie energie in vista di scopi grandi, capaci di visione, valorizzazione delle opportunità, tramite un’etica del lavoro non più macchinistica o della subalternità, ma neoartigianale ed artistica.

L’alternanza disegna un’istituzione formativa allargata che va oltre le mura scolastiche, i cui nuovi attori forniscono ai giovani situazioni di apprendimento e di crescita collocate entro una prospettiva di «umanesimo tecnologico», che sappia formare persone autenticamente libere, tenendo conto delle necessità / opportunità che emergono dalla società ed insieme della vocazione e disposizione delle persone.

Entro questo “cantiere in costruzione” si notano alcune criticità e necessità di miglioramento di cui parliamo più nel dettaglio nel numero di dicembre.

Rimane la questione della conoscenza: solo in Emilia Romagna è stata effettuata una ricerca sistematica sulle pratiche didattiche, valutative ed organizzative dell’Alternanza, mentre a livello nazionale l’Indire si limita ad un monitoraggio quantitativo del fenomeno. In questo modo non solo si rischia di consegnare l’intera opinione pubblica ai messaggi distruttivi delle frange radicali, ma si perde l’occasione di una lettura più profonda del grande movimento in atto, capace di coglierne i legami con i grandi processi di rinascita della nostra società.

Leggi l’articolo integrale, sfoglia il numero di dicembre di Tuttoscuola

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