Alternanza scuola lavoro: per gli studenti promossa, ma con debito

L’alternanza scuola lavoro inizia a funzionare, ma per i ragazzi c’è ancora un po’ di lavoro da fare. Questo è il bilancio di fine anno scolastico tracciato da Skuola.net, che ha diffuso alcuni dati del monitoraggio sull’alternanza scuola lavoro, elaborato intervistando circa 4.500 studenti di terzo e quarto anno. Siamo praticamente a chiusura dell’anno scolastico e il 95% ha svolto o svolgerà percorsi di alternanza. Lo scorso anno, nello stesso periodo, la rilevazione attestava il tasso di adesione all’85% relativamente ai ragazzi del terzo anno, i primi ad essere coinvolti dall’obbligo derivante dalla Legge 107/2015. Dato che poi è stato confermato dal Miur nel suo monitoraggio ufficiale e che conferma l’attendibilità dell’indagine di cui oggi vengono divulgati i risultati.

Alternanza scuola lavoro: percorsi meglio integrati nel calendario scolastico

Quest’anno i percorsi di alternanza sono stati maggiormente integrati nel calendario scolastico, per cui quasi 7 ragazzi su 10 ad inizio maggio avevano già svolto le attività previste in questo ambito. Tra loro, circa la metà degli studenti si trattiene in azienda per 10 giorni o più (il 53% di questi in strutture private, il 47% presso le pubbliche amministrazioni), con picchi nel caso degli istituti professionali. E, per gli altri, difficilmente si scende sotto la settimana di permanenza.

Che tipo di alternanza?

Tanti quelli che l’alternanza sono la fanno a scuola e non in un’azienda: il 27%, ovvero poco più di 1 su 4. Per loro è davvero arduo trovare una sistemazione adeguata. L’alternativa? Una sorta di progetti di gruppo da realizzare in classe (35% di chi non va in alternanza), simulazioni di gruppi di lavoro (14%), conferenze (16%), incontri con esperti (13%).  Dato in diminuzione rispetto allo scorso anno, quando sfondava di poco quota 50%.

I compiti in alternanza

Uscire dalla propria classe non sempre è sinonimo di esperienza formativa. Gran parte delle polemiche dell’ultimo anno si sono concentrate su questo, ma sono solamente il 14% dei ragazzi quelli a cui è stato chiesto di svolgere compiti di contorno (fare le fotocopie, portare i caffè, fare le pulizie) e il 12% coloro che raccontano di non aver fatto nulla. Situazioni entrambe poco consone ad un’attività formativa ma a cui fa da contraltare il 33% che ha svolto mansioni pratiche insieme al team aziendale. A una quota simile, invece, le cose vengono solo spiegate (per fortuna anche dal punto di vista pratico); mentre per un altro 10% ci si ferma alla pura teoria E, anche quando si fa qualcosa, non è detto che corrisponda ai propri interessi: per 1 ragazzo su 3 le attività non avevano nulla a che fare con gli studi svolti o con le inclinazioni personali. Le aziende, probabilmente, non sono ancora organizzate per accogliere degli adolescenti, lo dimostra il fatto che il 16% degli ‘alternanti’ non ha avuto un tutor che lo seguisse e il 28% lo ha visto solo per qualche ora. È vero che più della metà (56%) ha trovato una persona che l’affiancasse tutto il tempo. Ma non è sufficiente.

Studenti non sempre soddisfatti

Tutti gli elementi indicati finora si traducono, purtroppo, in una certa insoddisfazione tra gli studenti: il 40% dei ragazzi, potendo, non ripeterebbe l’esperienza. Per i tre quarti degli intervistati è stata comunque utile a capire come funziona un’azienda. Se, perciò, si riuscisse a far corrispondere la sostanza alla forma i dati sarebbero destinati a migliorare rapidamente. Anche se, al di là delle aziende, pure le scuole potrebbero fare di più. Innanzitutto perché sono ancora troppi gli istituti (44%) che non danno alternative agli studenti, ma scelgono al posto loro il luogo in cui far svolgere l’alternanza; un numero di poco inferiore a quanti, invece, possono selezionare tra varie opzioni (il 56%).

I prof e l’alternanza

E poi c’è l’atteggiamento degli insegnanti, che a volte, secondo gli studenti intervistati dal portale, rallenta il buon esito dell’esperienza: la maggior parte (60%) giustifica gli alunni, posticipando interrogazioni e compiti o tentando di dargli una mano a recuperare le ore di scuola perse; ma il 40% non sente ragioni e va avanti come se nulla fosse. Lasciando immune dall’ansia del ritorno in classe solo quel 16% di studenti complessivo che l’alternanza la svolge durante le pause della didattica, in particolare l’estate (dato composto in particolare dai ragazzi che frequentano l’istituto professionale).

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