Alternanza, passerelle, passaggi: penalizzato il “secondo canale”

Torniamo in modo più dettagliato sui riferimenti al disegno di legge Moratti contenuti nel n. 37 di “TuttoscuolaNEWS” in materia di passaggi tra il canale liceale e quello professionale, e viceversa. Rispetto alla proposta Bertagna, e alle stesse prime stesure del ddl, il testo approvato dal Consiglio dei ministri il 1° febbraio accentua la differenza tra primo e secondo canale perché prevede la possibilità di cambiare indirizzo solo “all’interno del sistema dei licei” (art. 2 punto i), senza dire nulla per ciò che riguarda i passaggi all’interno del secondo canale. È confermata invece la possibilità di passare da un sistema all’altro “mediante apposite iniziative didattiche, finalizzate all’acquisizione di una preparazione adeguata alla nuova scelta”: viene qui riproposto il modello delle “passerelle”, un marchingegno pedagogico introdotto da Berlinguer (legge n. 9/1999 sull’elevamento dell’obbligo scolastico) che ha peraltro incontrato grandi difficoltà anche quando veniva applicato ai passaggi all’interno del sistema scolastico. Nel disegno di legge Moratti questa possibilità viene ora estesa ai passaggi tra primo e secondo sistema, in senso rigorosamente bidirezionale: sempre più difficile, soprattutto per chi vorrà “passare” dai percorsi professionali a quelli liceali.
Quanto all’alternanza scuola-lavoro, se ne parla in due diversi punti: all’art. 2 (punto g), e all’art 4, che specifica che tale “modalità di realizzazione del percorso formativo” sarà disciplinata “da un apposito decreto legislativo, da emanare di concerto con il ministro del lavoro e delle politiche sociali e con il ministro delle attività produttive”. Continua a non esser chiaro in che modo la “modalità” dell’alternanza possa riguardare gli allievi dei licei. In che modo funzionerebbe l’alternanza: con quale estensione temporale e in sostituzione di quali materie e attività previste nei curricoli ordinari? Più facile, almeno sulla carta, sembrerebbe realizzare l’alternanza nel secondo canale, dove esistono esperienze di curricolo integrato come quelle del biennio postqualifica dell’istruzione professionale. Ma la legge parla genericamente di “formazione dai 15 ai 18 anni”, e le corrispondenze e le equivalenze tra percorsi realizzati in alternanza e percorsi ordinari appaiono di complessa definizione. Non è chiarito, infine, in che cosa i percorsi in alternanza si differenzierebbero da quelli realizzati in apprendistato.