Allarme risorse/4. La scuola inghiottita dai residui passivi

L’effetto combinato del progressivo contenimento degli stanziamenti in sede di previsione e dei decreti taglia-spesa ha provocato al 31 dicembre 2005 la formazione di una consistente mole di residui passivi che andrebbe nel più breve tempo quantificata.
La situazione è resa ancora più gravosa dalla previsione del comma 7, dell’art. 1 della legge finanziaria per il 2006 che ha disposto l’impegnabilità della spesa, per beni e servizi, frazionata per dodicesimi e l’erogazione dei finanziamenti alle scuole per ratei mensili posticipati.
Inoltre ci sono state alcune forzature, il cui unico risultato è stato di aver incrementato il “buco” delle supplenze brevi che la legge finanziaria 2005 fissava nel limite di Euro 766 milioni di euro per l’anno 2005 e di 565 per l’anno 2006. La stessa legge disponeva inoltre che il MIUR avrebbe adottato “ogni idonea misura per assicurare il rispetto dei limiti di spesa”. In questa direzione non risultano che siano state assunte dal Miur le ipotizzate misure ordinamentali di contenimento della spesa.
Il ministro Fioroni dovrà ora evidenziare i deficit delle politiche formative del precedente governo, che ha messo in campo molta propaganda ma pochi finanziamenti concreti a sostegno del miglioramento dei livelli di qualità degli esiti scolastici dei ragazzi.
In questa direzione va valutata positivamente la decisione di Fioroni di coinvolgere esperti della Banca d’Italia per avviare un’analisi quanti-qualitativa dei flussi di finanziamento delle singole voci del bilancio del Ministero dell’Istruzione finalizzata a promuovere un uso attento delle risorse disponibili. L’iniziativa è accompagnata da un messaggio rassicurante per docenti, alunni e famiglie: “E’ vero – ha dichiarato il ministro – che tagliare gli sprechi è fondamentale e necessario, ma solo se questo non si traduce in una decurtazione dei diritti“. Si vedrà se il proposito sarà messo in atto.
Certo è che va contrastata con determinazione l’affermazione, che si sente spesso ripetere, che gli insegnanti sono tanti e che la scuola è fonte di sprechi di capitale umano e di risorse finanziarie.