Alessia Petraglia (Sel): Bloccare il Piano di Dimensionamento

Ci scrive la senatrice di Sinistra Ecologia e Libertà

Si parla troppo poco di scuola, dei suoi lavoratori, degli studenti, delle loro famiglie. Milioni di cittadini e cittadine che gravitano attorno ad un mondo da anni relegato in secondo piano da chi è chiamato a prendere le decisioni. Nessuno dei Governi che si sono succeduti negli ultimi decenni ha avuto la capacità di concepire un progetto organico per il nostro sistema di istruzione, capace di superare le inefficienze e le criticità che indubbiamente esistono, aggravate da tagli orizzontali e da scelte politiche dettate soprattutto da fattori contingenti.

La scuola rappresenta così uno spazio sociale condizionato da decisioni politiche elaborate senza tenere presente le sue esigenze e le sue peculiarità, prima fra tutte quella di essere essa stessa spazio di elaborazione e di prima rivendicazione di bisogni individuali e sociali.

Formare menti critiche, capaci di risolvere problemi, abituare al dubbio, all’imprevisto, alla curiosità e, contemporaneamente, sviluppare un pensiero razionale e scientifico, capace di confrontarsi con la dimensione storica e con ogni aspetto dell’espressività umana, è il compito fondamentale della scuola, custode e promotrice di quei saperi cosiddetti di cittadinanza indispensabili oggi per vivere, lavorare, continuare a studiare. 

La mia idea di scuola si fonda sugli assi della libertà e dell’uguaglianza. Promuove un approccio laico e pluralista, in quanto capace di difendere e rispettare la varietà, molteplicità dei punti di vista delle interpretazioni, delle storie culturali e personali; è una scuola democratica, aperta a tutti e per tutta la vita, senza alcuna distinzione di ceto, lingua, cultura, religione, censo. E’ uno spazio di crescita individuale teso alla rivalutazione delle molteplicità delle dimensioni della formazione (intellettuale, etica, estetica, sociale e affettiva). E’ una scuola in cui l’istruzione pubblica è centrale, standard di eccellenza e garanzia di un’adeguata formazione per tutti i cittadini di domani.

E’ una scuola in cui poter stare insieme per comunicare, per crescere, per conoscere, per conservare e costruire nuova storia, per amare e per sognare.

Per costruire questa idea, occorrono alcuni interventi mirati.

1. Restituire gradualmente le  risorse  finanziarie e di organico tolte  nel triennio  dal ministro Gelmini  (8,5 mld) e dai successivi tagli lineari del ministero Monti.

2. Ripristinare l’organico funzionale per realizzare i piani di offerta formativa delle scuole di ogni ordine e grado. In questo modo si garantisce continuità didattica agli studenti e alle famiglie, si risponde ai bisogni formativi del territorio e si sostanzia l’autonomia delle scuole nell’affrontare i problemi di organizzazione e di didattica. Una misura che garantirebbe l’assunzione di molti precari che da anni già lavorano ed aspettano il famigerato ruolo e tra l’altro non richiederebbe aggravi di spesa se si considera che farebbe risparmiare i costi per le supplenze brevi.

3. Garantire il Tempo Pieno nella primaria per venire incontro alle richiesta da parte delle famiglie e, a questo proposito, adoperarsi per estendere gli stessi livelli anche nel Sud. Dare garanzia di sostegno ai disabili, con un rapporto di almeno 1 docente ogni 2 alunni.

4. Restituire l’intero obbligo al percorso dell’istruzione, eliminando la possibilità di assolvere l’ultimo anno nell’apprendistato.

5. Sbloccare il Piano di Stabilità degli Enti Locali per quanto riguarda gli interventi di edilizia scolastica, a cominciare dalle situazioni di maggior degrado e di rischio sismico o ambientale.

6. Bloccare totalmente il Piano di Dimensionamento, ora sospeso. In un triennio le Regioni e gli Enti Locali, consultate le istituzioni scolastiche, potranno definire l’effettiva dimensione delle stesse, in riferimento al  minimo di 1.000 alunni per ogni istituto autonomo, limite che dovrebbe essere applicato senza automatismi ma prendendo in considerazione le diverse  situazioni territoriali