Al via la commissione sulla carriera dei docenti

Il 20 novembre si è insediata la commissione tecnica mista ARAN-MIUR-sindacati che dovrebbe individuare entro il 31 dicembre 2003 “soluzioni possibili” per istituire “meccanismi di carriera professionale per i docenti”. Un obiettivo ambizioso, ma ineludibile se si vuole che la scuola italiana compia un vero salto di qualità.
Il decollo di questa commissione è stato particolarmente lento, complici anche le elezioni delle RSU che hanno agito da freno: sono trascorsi ben quattro mesi dalla sottoscrizione del contratto scuola che ne prevedeva la costituzione (luglio 2003), e la scadenza del 31 dicembre è ormai alle porte. Che cosa potrà fare, quali proposte elaborare, questa commissione in soli 40 giorni su un tema che è oggetto di discussione da anni? Su quali basi si sviluppa il confronto? Nonostante gli sforzi compiuti per raccogliere orientamenti comparabili, per ora non si hanno informazioni, salvo le poche lasciate filtrare dai sindacati, soprattutto dalla CGIL scuola (www.cgilscuola.it), che nel primo incontro hanno posto una questione di metodo: non ci può essere alcuna trattativa sindacale in parallelo alla discussione in Parlamento dei due disegni di legge sullo stato giuridico dei docenti.
Sembrerebbe che il ministro abbia dato assicurazione che nessuna iniziativa parlamentare andrà avanti prima della conclusione dei lavori della Commissione.
Di certo si tratta di un confronto che per la rilevanza e la delicatezza della materia deve svolgersi in una pluralità di sedi, compreso il Parlamento, perché la carriera dei docenti dipende da moltissimi fattori e da elementi non solo monetari. Un po’ come avviene nella vicina Francia, dove il dibattito che si sta svolgendo proprio in questi mesi sui grandi temi del sistema educativo, compresa la condizione degli insegnanti, è aperto, pubblico, intenso, e la partecipazione è fortemente sostenuta dal governo e dai più importanti media, quotidiani in testa.