Al Sud e nelle Isole si resiste di più in servizio

Il primato di maggiore resistenza in servizio, attestato dalle più elevate percentuali di pensionamento per vecchiaia, lo detengono dirigenti scolastici e Ata, seguiti dai docenti della scuola primaria e da quelli dell’infanzia. È bassa, invece, la percentuale di pensioni di vecchiaia tra i professori.

Ma, se si guarda alle diverse situazioni territoriali, si può scoprire che al Sud tra i docenti la percentuale di pensionamento per vecchiaia è molto più alta che in altre aree del Paese. È infatti mediamente del 23% (l’anno scorso era stata del 26%).

Sempre l’anno scorso al Sud il pensionamento di vecchiaia era stato del 68% tra i dirigenti scolastici pensionati e del 45% tra il personale Ata.

Nelle Isole i pensionamenti di vecchiaia sono stati più contenuti, ma comunque superiori a quelli delle aree settentrionali e centrali. Tra i docenti della scuola dell’infanzia l’anno scorso ha raggiunto il limite di vecchiaia più del 38%; tra i professori il 17%; tra i dirigenti scolastici il 50%.

Nelle scuole del Nord Ovest la percentuale dei docenti che va in pensione per vecchiaia non raggiunge il 10%. L’anno scorso tra i professori di scuola media la percentuale è stata di poco superiore al 6%, ma alcuni anni prima era stata ripetutamente del 5%.

Al Nord anche per i dirigenti scolastici il servizio sembra essere più logorante che altrove; raggiunge infatti la pensione dei vecchiaia “soltanto” il 23%. Per il personale Ata dello stesso territorio settentrionale la percentuale di pensione di vecchiaia l’anno scorso è stata del 15%.   

Come si può immaginare, nelle medesime aree il pensionamento avviene quindi prevalentemente attraverso la via delle dimissioni. Nel 2007 si è toccata la percentuale più elevata tra i docenti della scuola primaria con l’84% di dimissionari.  

Nel confronto tra i territori, si direbbe che le scuole meridionali siano più vivibili e producono un minor logorio per gli insegnanti.