Al Miur si fa il punto sulle consulte studentesche

Le consulte studentesche hanno funzionato, perché funziona l’idea di poter creare una connessione tra le istituzioni e il mondo degli studenti. È il risultano – riferisce l’agenzia di stampa Dire -del primo bilancio fatto da Giuseppe Pierro, dirigente dell’Ufficio primo della Direzione generale per lo studente del Miur, a quindici anni dalla loro creazione.

È un’idea “vincente” l’aver creato “un meccanismo di rappresentanza istituzionale- ha spiegato il dirigente- perché i ragazzi sono eletti in tutte le scuole secondarie di secondo grado con un processo di scelta democratica all’interno delle scuole. Hanno, inoltre, un ruolo riconosciuto dalle leggi dello stato“, dal momento che c’è “un decreto del Presidente della Repubblica che spiega qual è il loro compito e cosa devono fare“.

La Direzione generale ha dato “una cornice istituzionale ad un’idea che nasceva dagli studenti, per rispondere ad una loro richiesta.  Loro richiedono, soprattutto oggi – ha precisato Pierro – di essere ascoltati“. Ma il dirigente ha anche ricordato che da 15 anni a questa parte “sono cambiate un po’ di cose. Allora il tessuto sociale del nostro paese era diverso – ha sottolineato l’esponente del Miur – oggi i ragazzi devono affrontare tematiche che 15 anni fa noi stessi non pensavamo che dovessero affrontare. Pensare di parlare di crisi, di educazione finanziaria e di rilancio del Paese richiede anche da parte nostra un ripensamento“.

I giovani presidenti delle consulte provinciali studentesche, riuniti all’Aquila da sabato, “vorranno stravolgere un po’ lo schema per chiederci come rivedere il meccanismo delle consulte. Mi sembra un segnale positivo da parte nostra aiutarli a ripensare il ruolo delle consulte e quindi usare le esperienze degli ultimi 15 anni per guardare ai prossimi 15 anni e capire da cosa ripartire“. Pierro ha poi evidenziato che “dal nostro punto di vista lavoriamo su quello che ha funzionato dando ai ragazzi la possibilità di confrontarsi con le istituzioni. Noi abbiamo imparato moltissimo e loro si sono sentiti riconosciuti – ha concluso Pierro – ed è proprio su questa linea che noi dobbiamo continuare a lavorare“.