AIE: i giovani italiani leggono poco (e male)

L’Associazione Italiana Editori (AIE) lancia il proprio evento annuale, gli Stati Generali dell’editoria 2008, in programma per l’1 e il 2 ottobre a Roma, nella Sala dello Stenditoio di San Michele a Ripa. Al centro dell’evento, i giovani, tanto è vero che il titolo del convegno sarà “Scommettere sui giovani”.

Nel corso dell’evento, che avrà un’anticipazione mercoledì, 23 luglio, alle 11 a Milano nello Spazio Eventi della Camera di Commercio Svizzera (via Palestro, 2), saranno presentati gli ultimi dati raccolti dall’Ufficio Studi dell’AIE sull’andamento dell’editoria e da quanto emerge dalle indagini IARD sulla condizione giovanile e sugli intrecci tra scuola, mobilità sociale, consumi culturali e ruolo della lettura e del libro, anche di testo.

Il sito dell’AIE fornisce però fin d’ora un’anticipazione dei dati, parte dei quali sono già pubblici. Si investe meno da parte delle famiglie come da parte della scuola per offrire un futuro alle fasce giovanili della popolazione (che poi saranno coloro che permetteranno al nostro sistema Paese di confrontarsi con i mercati avanzati dei Paesi dell’Ue27 o quelli delle economie emergenti dell’Asia): la spesa delle famiglie italiane per acquisto di libri da leggere per i loro figli e ragazzi è infatti del 75% inferiore rispetto a quanto “investono” le stesse famiglie in Francia, del 71% rispetto alla Germania, del 65% rispetto al Regno Unito. Così come l’investimento pubblico in scuola e istruzione (in percentuale sul PIL) nel nostro Paese risulta inferiore del 4,3% rispetto alla Francia o addirittura del 24,3% rispetto al Regno Unito.

A fronte di questi dati vediamo che il tasso di occupazione giovanile – preso come uno degli indici che contribuiscono a definire la mobilità sociale – è in Italia inferiore rispetto a tutti i maggiori Paesi europei: Germania (-10,4%), Regno Unito (-6,9%), ecc.

La lettura di libri, cioè l’acquisizione di competenze culturali di tipo “informale” (lettura di libri non scolastici) tra la popolazione del 6-19enni è sempre inferiore a Francia (-31%), Spagna (-29%). E le competenze relative alla comprensione di testi (competenze alfabetiche) restano più basse rispetto a tutti i maggiori Paesi europei: Francia (-6,7%), Germania (-8,0%), Regno Unito (-8,8%).