Adottiamo una scuola nel Sud-Est asiatico

Per il PRIMO NATALE DOPO LO TSUNAMI, il primo che tanti bambini e ragazzi già poveri di quelle zone sfortunate passano dopo quell’immane tragedia, ecco un terreno sul quale possono ancora impegnarsi le scuole italiane. Un terreno di solidarietà e di altruismo.

  

Adottiamo una scuola nel Sud-Est asiatico/1. Continua la campagna di solidarietà

26 dicembre 2004: era il giorno di Santo Stefano di un anno fa, milioni di famiglie in Italia e in tutto il mondo erano ancora immerse nell’atmosfera natalizia della festa, tra luci, canti e buoni propositi.
La notizia del terremoto e dello tsunami arrivò dal mondo lontano dell’Indonesia attraverso le edizioni straordinarie dei tg, con l’incalzare drammatico degli eventi tra l’incredulità e lo sgomento.
È passato un anno da quel terribile evento, tragedia per milioni di persone, e con il tempo sembra essere passato per tanti uomini e donne dell’Occidente anche il sentimento di solidarietà: ormai lo tsunami è un fatto del passato… Ma non è così per milioni di famiglie e di bambini di quel lontano Oriente: la tragedia è ancora presente.
All’indomani della catastrofe, Tuttoscuola e la Comunità di Sant’Egidio lanciavano la campagna di solidarietà per costruire nuove scuole in Indonesia e nel Sud-Est asiatico. Grazie ai lettori, agli alunni, ai genitori e agli insegnanti di quasi trecento scuole d’Italia, la nostra iniziativa, come altre avviate in quei giorni, è andata a segno, ed ora, là dove l’acqua aveva spazzato via la vita, sono sorte già le prime nuove scuole, grazie a quei generosi aiuti italiani. Quattro scuole ricostruite in Indonesia – due a Pancasila, una a Semarang e una a Wonogiri – ed altrettante in ricostruzione in India, nei villaggi colpiti della regione del Tamil Nadu, di fronte allo Sri Lanka. Si tratta dei villaggi di Kuthenguli, Virapandiapatanam, Uvari e Tuticorin. Tra Indonesia e India, oggi oltre 3.500 bambini hanno di nuovo una scuola dove andare, e il futuro per loro ricomincia. Ma quanti ancora i bambini e i giovani senza scuola?
Nessuno può fingere di non saperlo: ancora oggi vi sono cento, mille “tsunami” di povertà e di miseria in tanti Paesi del lontano Oriente che negano la speranza del futuro ai giovani.
E il futuro per quei giovani può venire, ancora una volta, da quattro mura e un tetto per ospitare una scuola. Ancora una volta, come un anno fa, gli alunni, gli insegnanti e i genitori delle scuole italiane possono aiutare generosamente a costruire altre pareti, altre scuole, altre speranze, affidando alla Comunità di Sant’Egidio la preziosa opera di nuovi interventi.
In vista del Natale, il primo dopo lo tsunami, per tanti bambini e ragazzi già poveri di quelle zone sfortunate, ecco un terreno sul quale possono ancora impegnarsi in questi giorni le scuole italiane. Un terreno di solidarietà e di altruismo.

 

 

Adottiamo una scuola nel Sud-Est asiatico/2. Le scuole del dopo tsunami

Come aiutare concretamente gli studenti dell’altra parte del mondo attraverso un’iniziativa che possa rappresentare un accrescimento culturale e spirituale anche per i nostri ragazzi?
E’ la domanda che ci siamo posti un anno fa insieme alla Comunità di Sant’Egidio. La risposta è stata il progetto “Adottiamo una scuola in Indonesia” (poi allargato ad altre aree bisognose del Sud–Est asiatico).
L’iniziativa, che ha raccolto l’apprezzamento
del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi e del Miur, propone modalità per un sostegno diretto da parte degli studenti e delle scuole italiane ai “colleghi” di una o più delle aree colpite dal sisma.
L’adozione si traduce, attraverso l’opera della Comunità di Sant’Egidio, in:
– ricostruzione o ampliamento di strutture scolastiche, dotandole di arredi, banchi, strumentazione didattica, computer;
– sostegno alle “scuole di pace” (centri, completamente gratuiti, che si qualificano come un ambito familiare che sostiene il bambino o l’adolescente nell’inserimento scolastico) organizzate dalla Comunità di Sant’Egidio;
– sostegno morale ai ragazzi per investire nella speranza, con gesti di solidarietà affinché ritrovino quella fiducia nel futuro che il maremoto ha spezzato. Internet e webcam possono facilitare questi contatti ed accorciare le distanze geografiche.
La Comunità di Sant’Egidio tiene informate le scuole italiane sulle azioni messe in atto grazie a questi contributi.
Rilanciare a un anno di distanza il progetto è particolarmente importante.
Del resto l’adozione di una scuola, come quella di una persona, non è un atto “una tantum”, ma un gesto d’amore che va rinnovato nel tempo.
Oggi, rispetto a un anno fa, i ragazzi che possiamo aiutare hanno un nome, un volto, li abbiamo conosciuti attraverso la Comunità di Sant’Egidio e ancora più forte è il loro richiamo.
Come fare per aiutarli? Le scuole che hanno già partecipato all’iniziativa di solidarietà e vogliono proseguirla, così come quelle che desiderano avviarla adesso possono contattare la Comunità di Sant’Egidio ai seguenti recapiti (specificando la causale “Adottiamo una scuola nel Sud-Est asiatico“):

PIAZZA S. EGIDIO, 3/A – 00153 ROMA
telefono: 06/89922521
Fax: 06/89922520
e mail:
a.quattrucci@tiscali.it
Web: www.santegidio.org

Modalità per contribuire

 

Per ulteriori informazioni sul progetto “Adottiamo una scuola nel Sud-Est asiatico” si può consultare il dossier on line su http://www.tuttoscuola.com
Ringraziamo sin d’ora tutti coloro che vorranno diffondere l’iniziativa, utilizzando liberamente questa notizie.

 

 

 

Adottiamo una scuola nel Sud-Est asiatico/3. Molto resta ancora da fare…

Molto è stato fatto nel 2005 con il progetto “Adottiamo una scuola in Indonesia” per affrontare l’emergenza, ma molto resta da fare.
La solidarietà non può restare il bel gesto di un anno, deve continuare nel tempo, perché il bisogno è grande. Solo per dare un’idea: nei mesi scorsi la Comunità di Sant’Egidio grazie soprattutto al contributo delle scuole italiane è riuscita ad inviare circa 380.000 euro per la ricostruzione di scuole in Indonesia e India. Oggi le domande delle popolazioni riguardano la ricostruzione di altre 18 scuole per circa un totale di 1.100.000 euro.
In allegato alcuni progetti di ricostruzione di scuole in villaggi del Tamil Nadu, India, con le quali le scuole italiane si potrebbero anche gemellare. Qui passa il futuro di migliaia di bambini e di giovani.
Ecco perché rilanciare a un anno di distanza il progetto è particolarmente importante.
E in tempi in cui sui meccanismi che regolano gli aiuti umanitari se ne sono sentite di tutti i colori, è importante sapere che in Indonesia e in India la Comunità di Sant’Egidio è particolarmente presente e riesce ad operare con grande rapidità, attraverso i suoi volontari indonesiani ed indiani, praticamente a costo “zero”. Questo significa che offrendo 10 euro, i dieci euro saranno spesi interamente per la ricostruzione della scuola. C’è bisogno di futuro per tanti giovani: chi li aiuterà?

 

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Il progetto “Adottiamo una scuole in Indonesia” del 2005

 

Emergenza Sud Est asiatico
Adottiamo una scuola in Indonesia
Iniziativa Tuttoscuola – Comunità di Sant’Egidio. Il Miur esprime vivo apprezzamento


E’ passato ormai del tempo dal tragico maremoto che ha colpito il sud est asiatico. La copertura mediatica su quanto accaduto può aver causato inconsapevolmente una sorta di “saturazione” nelle nostre coscienze su quanto accaduto, e non a caso l’attenzione dedicata dai media a quanto succede in quelle aree si è molto ridimensionata, come fatalmente doveva accadere. Eppure è proprio ora che quella gente ha più bisogno della solidarietà del mondo.
Le scuole italiane possono fare molto per gli studenti sfortunati di quelle aree, e molte hanno cominciato a farlo sostenendo il progetto “Adottiamo una scuola in Indonesia“, proposto da Tuttoscuola con la Comunità di Sant’Egidio.

L’iniziativa propone modalità per un sostegno diretto da parte degli studenti e delle scuole italiane ai “colleghi” di una o più delle aree colpite dal sisma.

L’adozione si tradurrà, attraverso l’opera della Comunità di Sant’Egidio, in:

– ricostruzione o ampliamento di strutture scolastiche delle zone di Pekan Baru, Duri, Padang e Medan, dotandole di arredi, banchi, strumentazione didattica, computer;
– sostegno alle “scuole di pace” (centri, completamente gratuiti, che si qualificano come un ambito familiare che sostiene il bambino o l’adolescente nell’inserimento scolastico) organizzate dalla Comunità di Sant’Egidio;
– sostegno morale ai ragazzi indonesiani per investire nella speranza, con gesti di solidarieta’ affinche’ ritrovino quella fiducia nel futuro che il maremoto ha spezzato. Internet e webcamb possono facilitare questi contatti ed accorciare le distanze geografiche.

La Comunita’ di Sant’Egidio terra’ informate le scuole italiane sulle azioni che verranno messe in atto grazie a questi contributi.

L’apprezzamento del Presidente della Repubblica

Il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi “ha apprezzato molto” l’iniziativa “Adottiamo una scuola in Indonesia”, promossa da Tuttoscuola con la Comunità di Sant’Egidio per sensibilizzare studenti, insegnanti e genitori italiani di fronte alla tragedia del maremoto che ha colpito il Sud-Est asiatico e per offrire loro modalità efficaci per rendere tangibile e diretta la solidarietà verso i coetanei dei Paesi dell’Indonesia.
L’apprezzamento è pervenuto a Tuttoscuola con una lettera del Quirinale. Il Presidente Ciampi ritiene che “siano iniziative come questa che, insieme all’impegno della famiglia e della scuola, debbano formare i giovani ad assolvere responsabilmente il loro ruolo di futuri cittadini, educandoli al confronto, alla solidarietà e alla fratellanza“. Lo ringraziamo per non aver fatto mancare il proprio autorevole incoraggiamento.

L’apprezzamento del Miur

L’iniziativa ha subito ricevuto anche il “vivo apprezzamento” da parte del Ministero dell’Istruzione, che sul proprio sito ha pubblicato il seguente messaggio:

La rivista “Tuttoscuola” e la Comunità di Sant’Egidio, raccogliendo l’appello rivolto dal ministro Moratti alla scuola italiana a impegnarsi in concrete azioni di solidarietà verso le popolazioni del Sud Est asiatico colpite dal maremoto, hanno promosso una iniziativa, rivolta alle scuole italiane, affinchè esse “adottino” una scuola indonesiana situata nelle zone più disastrate e più bisognose di aiuto.

Il Dipartimento per l’Istruzione del MIUR, nell’esprimere il proprio vivo apprezzamento per l’iniziativa, segnala alle istituzioni scolastiche interessate che tutti i particolari della proposta, e le modalità di adesione, possono essere reperiti nel sito internet della rivista “Tuttoscuola”
(www.tuttoscuola.com).

Le prime adesioni delle scuole

L’iniziativa ha raccolto sin dalle prime settimane l’attenzione di tantissime persone. Oltre 130 scuole da tutta Italia (in allegato l’elenco in continuo aggiornamento), di ogni ordine e grado, hanno già contattato la Comunità di Sant’Egidio desiderose di offrire la propria solidarietà.
Per citarne alcune, l’Istituto Scolastico Comprensivo “Leopardi” di Grottammare in provincia di Ascoli Piceno ha raccolto 505 euro a favore del progetto, mentre l’Istituto scolastico “Parini” di Catania è già arrivato a 1.000 euro. “I nostri alunni – ha affermato il preside Giuseppe Adernò – hanno accolto con entusiasmo e generosità l’invito di Tuttoscuola a donare un euro per aiutare i ragazzi sfortunati del Sud-est asiatico. L’azione di solidarietà ora continua e ci impegna a portare a termine l’impresa. Ecco perché si chiede la cooperazione anche di altre scuole”.


La raccolta fondi per l’adozione di una scuola e’ stata avviata dall’Editoriale Tuttoscuola con una donazione di 2 mila euro.


Ecco i riferimenti per contattare la Comunità di Sant’Egidio e per fare donazioni (specificando la causale “Adottiamo una scuola in Indonesia”):

 

PIAZZA S. EGIDIO, 3/A – 00153 ROMA

telefono: 06/585661

Fax: 06/5883625

e mail: a.quattrucci@tiscali.it

Web: www.santegidio.org



Chi vuole contribuire puo’ inviare la sua offerta alla Comunita’ di Sant’Egidio scegliendo tra le seguenti modalita’:

1) C/C bancario 200034 BANCA DI ROMA – AGENZIA 204
VIA DELLA CONCILIAZIONE, 50 – 00193 ROMA
ABI 3002 – CAB 05008 CIN: A
IBAN: IT20A0300205008000000200034
BIC: BROMITR1204

intestato a:
COMUNITA’ DI SANT’EGIDIO ONLUS – AMICI NEL MONDO
(Cod. fiscale 96094790589)
PIAZZA S. EGIDIO, 3/A – 00153 ROMA

causale: “Adottiamo una scuola in Indonesia””

 

2) C/C postale 97968002

intestato a:
COMUNITA’ DI SANT’EGIDIO ONLUS – AMICI NEL MONDO
(Cod. fiscale 96094790589)
PIAZZA S. EGIDIO, 3/A – 00153 ROMA

causale: “Adottiamo una scuola in Indonesia”

 

3) Carta di credito
mediante connessione sicura per i circuiti: CARTASI’ – VISA –
MASTERCARD
(collegarsi al sito www.santegidio.org per effettuare la transazione)

 

Per maggiori informazioni ci si puo’ collegare a:
www.santegidio.org
www.tuttoscuola.com


 

Un filo diretto con gli “adottati”

 

In cosa si può tradurre concretamente l’adozione di una scuola? E quanto costa?

Se l’adozione s’indirizza verso oggetti e servizi utili ad una scuola, può essere utile avere il riferimento dei costi per attrezzare con arredi, libri, strumenti vari una o più scuole in quei luoghi. E ogni scuola italiana, o ogni classe che volesse partecipare all’iniziativa, potrebbe richiedere in base ai fondi raccolti cosa “dedicare”.

I costi, in via orientativa, per alcuni beni di “prima necessità scolastica” sono questi:

 

Scuola media inferiore e superiore (prezzo medio)

 

Iscrizione scolastica:

scuola pubblica = da Rp 200.000 a Rp 300.000 (euro 20,00 / 30,00)

scuola privata = da Rp 1.000.000 a Rp 2.000.000 (euro 100,00 / 200,00)

 

Divise scolastiche (3 per bambino)

da Rp 240.000 a Rp 300.000 (euro 24,00 /30,00) per bambino

 

Libri per semestre (1 anno = 2 semestri)

Rp 150.000 x 2 = Rp 300.000 (euro 30,00)

 

Esami scolastici (3 x anno)

Rp 50.000 x 3 = Rp 150.000 (euro 15,00)

 

Materiali

 

Scarpe = Rp 75.000 (euro 7,50)

Quaderno = Rp 2.500 (euro 0,25)

Borse = Rp 75.000 (euro 7,50)

Banco scolastico = Rp 400.000 (euro 40,00)

Sedia = Rp 150.000 (euro 15,00)

Lavagna = Rp 1.000.000 (euro 100,00)

 

 

E allora ogni classe potrebbe dedicare qualcosa; la cattedra sarebbe offerta dalla Terza B della scuola media “tal dei tali” di Vicenza, il computer dall’Istituto tecnico industriale “xx” di Terni; la Quarta A di un Liceo scientifico di Caltanissetta potrebbe finanziare il trasporto scolastico di gennaio e febbraio e una classe di Aosta quello di marzo e aprile; e così via. In modo che gli interventi non siano solamente il risultato dell’emergenza, evitando il rischio di dimenticare troppo presto il dramma degli studenti indonesiani.

La Comunità di Sant’Egidio riporterà attraverso Tuttoscuola alle scuole che parteciperanno all’iniziativa i risultati della loro azione per gli amici, più sfortunati, indonesiani.

La raccolta fondi per l’adozione di una scuola è stata avviata dall’Editoriale Tuttoscuola con
una donazione di 2 mila euro, che serviranno per l’acquisto si 34 banchi, 34 sedie, una lavagna e 120 quaderni.
 

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DossierAdottiamo una scuola in Indonesia

 

SOMMARIO

1. La scuola italiana di fronte alla catastrofe dello tsunami. Un invito
2. Adottiamo una scuola. Perche’?
3. Adottiamo una scuola. Come?
4. Adottiamo una scuola in Indonesia/1. A chi rivolgersi
5. Adottiamo una scuola in Indonesia/2. Le scuole di pace
6. Adottiamo una scuola in Indonesia/3. L’altro tsunami
7. Avviata la raccolta dei fondi per la Comunita’ di Sant’Egidio

1. La scuola italiana di fronte alla catastrofe dello tsunami. Un invito

Una riflessione da parte di tutti gli studenti italiani, dai piccoli ai piu’ grandi, da dedicare a tanti coetanei sfortunati del Sud Est asiatico colpiti dalla catastrofe dello tsunami. Un approfondimento stimolato e guidato dagli insegnanti, confrontando idee, sentimenti, raccogliendo informazioni su un mondo cosi’ diverso dal nostro, immedesimandosi in chi ha perso parenti, maestri, casa e le poche cose che aveva.
E’ l’invito che il Ministro dell’istruzione, Letizia Moratti, ha rivolto agli studenti e agli insegnanti di tutte le scuole italiane e al quale Tuttoscuola risponde immediatamente e concretamente con una forte iniziativa.
E’ possibile infatti fare qualcosa di tangibile, che sia avvertito da chi deve ora sopravvivere anche al “dopo tsunami” (e in molti casi potrebbe essere ancora piu’ difficile) e trovare la forza di guardare al futuro, le cui possibilita’ sono legate soprattutto all’istruzione.
Un sostegno e un aiuto diretto dagli studenti e dalle scuole italiane ai “colleghi” di una o piu’ scuole delle aree colpite dal sisma.
Come? In tanti modi. Noi abbiamo pensato, con la Comunità di Sant’Egidio, di proporre l’iniziativa “Adottiamo una scuola in Indonesia“. Tutti i particolari su come aderire li troverete in questo dossier. Vediamo innanzitutto perche’ e come adottare una scuola.

 

2. Adottiamo una scuola. Perché?

Kamala (Isola di Phuket) 4 gennaio 2005 – “Riapre la scuola che non c’e’ piu’: dei 374 alunni non rispondono all’appello 110…
Dell’edificio scolastico che prima di Natale accoglieva quei bambini mancano due pareti esterne, l’acqua ha portato via banchi, armadietti e porte e ha lasciato scie di sporco sui muri rimasti in piedi” (dal Corriere della sera).
Ora c’è bisogno di ricostruire muri e speranze.
La scuola è il primo impegno per un popolo che vuole uscire dalla tragedia e investire per il futuro.
L’Indonesia e molti paesi colpiti dallo tsunami, stavano già investendo, per quanto potevano, in istruzione e formazione. Ora dovranno farlo con nuova convinzione, ricominciando in molti casi da capo. Per riuscire avranno bisogno della solidarieta’ del mondo, a cominciare proprio dai giovani e dalle scuole degli altri Paesi.
Adottare una scuola nei Paesi devastati dalla tragedia è investire nella speranza, e’ un grande gesto di solidarieta’ verso i giovani affinche’ ritrovino quella fiducia nel futuro che il maremoto ha spezzato il 26 dicembre.

 

3. Adottiamo una scuola. Come?

Ci sono vari modi per adottare una scuola.
Il primo, forse il piu’ importante, è quello di contribuire a ricostruire materialmente una scuola distrutta, a riacquistare arredi, banchi, strumentazione didattica, computer.
Partendo da un progetto di ricostruzione, per la cui realizzazione servono necessariamente interventi finanziari e donazioni di enti e di privati, potrebbero essere proprio le nostre scuole, da sole o in rete, a promuovere, sensibilizzare e stimolare nel proprio territorio l’iniziativa di raccolta di fondi.
Vi sono anche altri modi, allo stesso tempo, per adottare una scuola, come quello di creare rapporti tra scuole italiane e scuole del sud est asiatico: rapporti fatti di scambi, di contatti tra alunni, d’interazione personale, di testimonianza di solidarietà e vicinanza spirituale. Internet e webcam possono facilitare questi contatti e accorciare le distanze geografiche.
I ragazzi hanno creativita’ e sanno trovare le vie e i modi per arrivare al cuore e agli interessi dei loro coetanei. I rapporti tra ragazzi possono diventare un modo per sostenere, incoraggiare, condividere e guardare insieme ad un futuro nuovo.
E lo scambio puo’ forse diventare, infine, ospitalita’ in Italia dei nuovi amici.

 

4. Adottiamo una scuola in Indonesia/1. A chi rivolgersi

Quale tramite per adottare una scuola?
Proponiamo di rivolgersi alla Comunita’ di Sant’Egidio a Roma, che ha radicate presenze in Indonesia, il paese piu’ colpito dal disastro, e la cui apprezzata esperienza e’ notoriamente garanzia di serieta’ e di efficacia nel conseguimento degli obiettivi di sostegno e di aiuto.
Anche perche’, per rendere efficaci gli aiuti, bisogna conoscere molto bene le caratteristiche, le regole sociali, le abitudini delle comunita’ alle quali ci si rivolge.
Nella zona piu’ colpita, a Banda Aceh, nel nord dell’isola indonesiana di Sumatra, si sommano vecchie e nuove difficolta’, logistiche, culturali, religiose e politiche, oltre che economiche, in un’area dove almeno mille insegnanti risultano dispersi e il cinquanta per cento delle scuole distrutte. E’ importante, dunque, che gli aiuti raccolti siano affidati a soggetti che abbiano conoscenza diretta dei problemi locali e dei modi per cercare di risolverli.
In fondo sono riportati tutti i recapiti della Comunità di Sant’Egidio.


5. Adottiamo una scuola in Indonesia/2. Le scuole di pace

Dove si puo’ indirizzare l’azione degli operatori della Comunità di Sant’Egidio?
In due direzioni: nell’ampliamento/ricostruzione di strutture scolastiche e nel sostegno all’attivita’ delle “Scuole di pace”.
Le “Scuole di pace” sono centri, completamente gratuiti, che si qualificano come un ambito familiare che sostiene il bambino o l’adolescente nell’inserimento scolastico; che aiuta la famiglia nel suo compito, proponendo un modello educativo aperto agli altri, solidale verso i piu’ sfortunati, capace di superare barriere e discriminazioni.
Le attivita’ di una scuola della pace si svolgono generalmente più volte la settimana. Visite, gite, feste, escursioni fanno parte integrante delle attivita’ delle scuole della pace.
Ogni anno nel mondo piu’ di 10.000 bambini e adolescenti frequentano regolarmente le scuole della pace della Comunita’ di Sant’Egidio.
Inoltre in Indonesia le scuole della pace si caratterizzano anche per il loro carattere multietnico e interreligioso. Giovani cinesi cristiani, in genere piu’ benestanti, aiutano a studiare bambini indonesiani di religione musulmana, collaborando, in maniera assai concreta, all’edificazione di una società pacifica senza odii religiosi o etnici.

 

6. Adottiamo una scuola in Indonesia/3. L’altro tsunami

Ma c’e’ un’altra riflessione che quest’evento puo’ suggerire.
Come e’ stato efficacemente detto, esiste uno “tsunami silenzioso” che ogni giorno uccide migliaia di bambini e fa vivere nell’indigenza e nell’analfabetismo milioni di persone, anche se abitano lontano dal mare. Nel momento in cui una catastrofe naturale, che ci ha colpito con maggiore intensita’ perche’ ha toccato anche tanti connazionali, ci fa riflettere, non si deve dimenticare gli squilibri che esistono permanentemente. Da qui l’idea di allargare l’iniziativa “Adottiamo una scuola in Indonesia” anche alle scuole e “scuole della pace” collocate a diversi chilometri dalle coste, ma che avevano bisogno gia’ da prima del maremoto, e continuano ad averne ora, di un aiuto.
Gli interventi promossi dalle nostre scuole potrebbero essere portati dalla Comunita’ di Sant’Egidio nelle scuole situate nelle zone di Pekan Baru, Duri, Padang e Medan.
E’ utile ricordare che si stima siano circa 250 milioni i minori (dai 5 ai 14 anni) nel mondo che lavorano; la meta’ di essi si trova in Asia. L’Asia, infatti, e’ il continente dove il fenomeno del lavoro minorile e’ piu’ diffuso e dove sopravvivono forme di lavoro forzato dei bambini e di vera e propria schiavitu’. Minori di 8 o 9 anni vengono dati in pegno, in cambio di piccoli prestiti, ai proprietari delle fabbriche per le sigarette e a quelli dei telai dove lavorano fino a venti ore al giorno.
Si calcola che, in India e in Indonesia, i minori attivi economicamente siano intorno al 25% e l’orario lavorativo consentito e’ dalle dodici alle quindici ore giornaliere. Ecco una faccia dello “tsunami silenzioso” da combattere.

 

7. Avviata la raccolta dei fondi per la Comunita’ di Sant’Egidio

Pertanto il sostegno alle scuole dell’Indonesia può essere portato, attraverso la Comunita’ di Sant’Egidio, sia a scuole e bambini che si trovano nelle aree colpite dal maremoto, sia a scuole collocate nell’entroterra indonesiano.
In allegato le lettere con le quali sono stati informati dell’iniziativa, tra gli altri, il Presidente della Repubblica Carlo> Azeglio Ciampi ( http://www.tuttoscuola.com/ts_news_180-1.doc ) e il
ministro dell’Istruzione Letizia Moratti ( http://www.tuttoscuola.com/ts_news_180-2.doc ).
La Comunità di Sant’Egidio riporterà attraverso Tuttoscuola alle
scuole italiane che parteciperanno all’iniziativa i risultati della loro azione per gli amici, più sfortunati, indonesiani e renderà anche possibile l’attivazione di forme di comunicazione diretta tra le scuole italiane partecipanti e quelle indonesiane beneficiarie.
La raccolta dei fondi la avvia l’Editoriale Tuttoscuola con una donazione di 2.000 euro.