Adottiamo una scuola in Indonesia/2: resoconto sull’avvio del progetto

Come si sta muovendo la Comunità di Sant’Egidio per realizzare il progetto?
I membri delle Comunità in Indonesia sono tutti indonesiani, e lavorano come volontari da anni per rispondere alle situazioni più difficili del loro paese. Conoscono la lingua, la cultura e quindi i reali bisogni.
Fin dai primi giorni dopo il maremoto, si sono diretti in due aree in particolare, una è l’area di Aceh, colpita direttamente dal maremoto, l’altra è quella di Medan, dove si è riversato un numero considerevole di profughi.
Nella zona di Aceh la ricostruzione è estremamente lenta. I membri delle Comunità di Sant’Egidio sono entrati in contatto con il villaggio di Lamkot, dove la situazione era drammatica già prima del maremoto. L’80% dei bambini non frequentava la scuola. Già prima del maremoto non esisteva una scuola materna. Lo tsunami ha gravemente danneggiato l’unica scuola della zona. Mancano da anni maestri e professori, di quelli che c’erano molti sono morti nel maremoto.
Ad un mese di distanza la situazione è ancora di grande emergenza. Ci sono macerie ovunque, le vie di trasporto sono in gran parte inagibili. In alcune zone, fino a pochi giorni fa, c’erano ancora gruppi di cadaveri insepolti.
“Una delle opzioni possibili – dicono gli operatori di Sant’Egidio a Trastevere, a pochi passi dalla sede del Miur – potrebbe essere di sostenere la ricostruzione di questa scuola, forse si potrebbe pensare di realizzare un giardino d’infanzia, un centro di studio o comunque formare maestri e professori. Per il momento, però, è ancora presto per parlare di ricostruzione, con l’aiuto degli operatori in loco stiamo individuando i primi progetti da sostenere”.
Ecco a seguire il resoconto completo che ci hanno inviato gli operatori della comunità sull’avvio dell’iniziativa “Adottiamo una scuola in Indonesia”.
Per chi volesse unirsi ai tanti che hanno già manifestato la propria solidarietà, sono disponibili tutte le informazioni e i contatti su www.tuttoscuola.com .