Abbreviare la durata dei licei. I favorevoli tra i sindacati

Uil-scuola: idea ottima ma tardiva. Cgil-scuola: va bene se si ripensa alla qualità di tutto il percorso

 L’idea di “accorciare” la durata delle scuole superiori rilanciata dal Rettore dell’Università Bocconi, Guido Tabellini, trova il plauso del segretario generale della Uil scuola, Massimo Di Menna, che, commentando la proposta, la definisce ‘ottima’, anche se, avverte, la scuola non “sente la necessità di altre riforme e sarebbe un’ottima idea, se si facesse“.

Di Menna, dopo aver ricordato i tentativi, senza successo, del ministro Berlinguer e del ministro Moratti, aggiunge: “Certamente per avvicinare il nostro paese all’Europa sarebbe necessario che i giovani uscissero prima dal percorso di studi, facendo fare nell’ultimo anno delle superiori un percorso post diploma per l’istruzione tecnica o un anno di percorso universitario con orientamento in modo da finire a 18 anni anticipando così l’ingresso nel mondo del lavoro“.

Di Menna ricorda che i tentativi di riforma falliti degli ultimi 10 anni hanno “scaricato sugli insegnanti e sulla scuola queste continue contraddizioni e questo clima di incertezza. Oggi pensare a un’ altra riforma stresserebbe gli insegnanti, le famiglie e gli studenti.

Sarebbe meglio – conclude Di Menna –  intervenire sull’ultimo anno di studi sviluppando, nel settore dell’istruzione tecnica il post secondario e facendo dell’ultimo anno dei licei una parte di studi di orientamento ai percorsi universitari. Legare, insomma, l’ultimo anno al percorso successivo“.

Anche la Flc-Cgil guarda con attenzione alla proposta di accorciamento della durata dei licei, precisando che “accorciare la durata delle scuole superiori va pure bene ma a certe condizioni“.

Nella maggior parte dei Paesi Europei a 18 anni si consegue il diploma – afferma il segretario generale, Mimmo Pantaleo – e non è giusto che i ragazzi italiani siano penalizzati, entrando nel mercato del lavoro o andando all’università con un anno di ritardo“.

Ma – osserva il sindacalista – occorre da un lato rafforzare ed elevare a 18 anni l’obbligo scolastico e dall’altro riformare profondamente i cicli scolastici, ripensando ai diversi cicli scolastici in maniera da garantire la qualità dell’apprendimento, dall’infanzia alla scuola primaria e non solo alla scuola superiore.